Anche la Lega Nord è favorevole alla quota 41 per la pensione anticipata dei lavoratori dei precoci. A ribadirlo, in una recente intervista, è l’onorevole Massimiliano Fedriga, impegnato per conto del Carroccio sul difficile cantiere della previdenza. Pensione di anzianità ed incentivi per le donne al centro dell’azione della Lega che, a partire da settembre, presenterà in Parlamento quelle che sono le sue proposte per risolvere l’annosa questione.
L’accordo potrebbe trovarsi proprio con la minoranza PD che, attraverso l’onorevole Damiano, è da mesi alla ricerca di una sponda da Palazzo Chigi per attuare le principali soluzioni studiate per rimediare all’eccesso di rigidità introdotto dalla Fornero.
Ultime notizie pensione anticipata, Lega Nord: si a quota 41
Fedriga si è detto favorevole alla quota 41 proposta da Damiano perché ritiene sia una follia che i lavoratori precoci, già sfortunati ad iniziare a lavorare spesso in tenera età, possano essere considerati dei robot e costretti a rimanere occupati per periodi che si avvicinano ai 50 anni.
«Vedo con favore – spiega – qualsiasi proposta che vada a demolire, sia pure in parte, la riforma Fornero».
La Lega Nord, però, non vuole fermarsi qui e punta a reintrodurre l’anzianità, eliminata proprio dal governo dei tecnici guidato da Mario Monti per far spazio alla pensione anticipata. La riforma Pensioni, come è noto, spazzò via anche il sistema delle quote che caratterizzò il precedente regime e che meglio si adattava a conciliare esigenze flessibili che mettono insieme età anagrafica e contributiva. Per il Carroccio 40-42 anni sono più che sufficienti per lasciare il lavoro ed anche sulla pensione di vecchiaia occorre intervenire diversificando l’azione a seconda della carriera lavorativa del richiedente: 65 anni per gli uomini e 62 per le donne, in questo caso, sono numeri su cui si può iniziare a ragionare secondo l’esponente leghista.
Fedriga, infine, sottolinea che a settembre sarà presentata alla stampa una proposta di legge tesa a favorire le donne ed a valorizzare la famiglia: essa prevede l’assegnazione di contributi per coloro che restano in casa ed assistono i figli perché, anche in questo caso, siamo di fronte ad un lavoro faticoso ed impegnativo che la collettività non può ignorare.