Continua in maniera incessante il dibattito sulla riforma del sistema pensionistico italiano. Il governo Renzi punta a modificare l'attuale legge previdenziale in vigore, la riforma Fornero, al fine di inserire, nella prossima Legge di Stabilità 2016, le eventuali correzioni. L'obiettivo, condiviso da più parti, è quello di arrivare all'approvazione di un sistema flessibile in uscita dal lavoro. Nelle scorse ore, anche l'ex ministro Elsa Fornero, ha evidenziato la necessità di arrivare ad una modifica della legge da lei firmata, attraverso un taglio del 3-3,5 percento per ogni anno di anticipo rispetto agli attuali limiti pensionistici.
La stessa Fornero, ipotizza un taglio meno consistente per una determinata categoria dilavoratori, i cosiddetti precoci.
Cesare Damiano punta all'uscita anticipata dal lavoro con il sistema Quota 100
Quanto detto dall'ex ministro ha colpito, in maniera favorevole, il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, il principale sostenitore della flessibilità in uscita. Damiano ha più volte ribadito la necessità di introdurre un sistema, come quello a Quota 100, che permetta di abbassare l'età pensionabile. Quindi, tutti favorevoli all'uscita anticipata dal lavoro, ma a quale prezzo? Resta da vedere quali saranno le risultanze del Ministero dell'Economia che, in collaborazione con i tecnici dell'Inps, valuterà l'impatto economico sulle casse dello Stato.
I precoci puntano alla pensione anticipata con 41 anni di contributi versati
In realtà, anche la proposta della Fornero, con il taglio al 3-3,5 percento con un 'occhio di riguardo' nei confronti dei precoci, non risolverebbe la problematica di quest'ultimi. Anche eventuali penalizzazioni più basse, come ad esempio il 2 percento per ogni anno di anticipo, risulterebbero non idonee alla tutela di questa categoria di lavoratori. Essi, in definitiva, puntano al pensionamento anticipato con il raggiungimento dei 41 anni di contributi, senza limiti di età e senza l'applicazione di alcuna penalità.