La scorsa notte è partita la fase B del piano assunzionale straordinario del Ministero dell'Istruzione, la prima a svolgersi su base nazionale: oltre 16.000 docenti di tutta Italia hanno ricevuto, tramite email, la proposta di assunzione e, a partire da oggi, mercoledì 2 settembre, avranno dieci giorni a propria disposizione per dire di SI oppure NO all'immissione in ruolo.

Le polemiche che hanno accompagnato nei giorni scorsi la procedura della legge 107/15 sono destinate a protrarsi ancora per diversi giorni, soprattutto quelle riguardanti i trasferimenti dei precari (e purtroppo saranno tanti) in sedi di servizio distanti centinaia di chilometri da casa.

A questo proposito, sono giunte le prime dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a quanto accaduto nelle ultime ore e alle prime reazioni sconsolate e deluse da parte dei docenti.

Assunzioni scuola, Renzi: 'Qualcuno si sposterà di qualche chilometro'

Il premier ha voluto ribadire come, per decenni, si è assistito ad una proliferazione del precariato: ora il governo ha deciso di mettere un punto definitivo alla questione, iniziando ad assumere.

'Naturalmente, c'è chi non è contento' ha dichiarato il capo dell'esecutivo 'perchè deve spostarsi di qualche chilometro,perchè non è stato assunto quando avrebbe voluto lui, ma siamo solo all'inizio'.

Per Matteo Renzi si tratterebbe di spostarsi per 'qualche chilometro': bisognerebbe chiederlo a quegli insegnanti che lasceranno Napoli per andare in Lombardia o i siciliani che finiranno in Emilia Romagna o in Piemonte e, a giudicare dai primi dati riscontrati, non saranno certo pochi, così come pochi non sono i chilometri che saranno costretti a fare per poter lavorare.

Renzi: 'La scuola non si risolve con un clic, docenti presi in giro in passato dalle istituzioni'

Il Presidente del Consiglio insiste nel dire che la Scuola 'non si può risolvere con un clic' e a questo proposito Renzi coglie l'occasione per esprimere il proprio rispetto e la propria comprensione nei confronti degli insegnanti che spesso 'sono stati presi in giro dalle istituzioni'.

Il fatto è che i docenti si sentono tutt'ora presi in giro o, per meglio dire, 'ricattati' dai contenuti di una riforma che li vuole mettere con le spalle al muro e che viola i princìpi costituzionali riguardanti la libertà d'insegnamento.

Il premier conclude il proprio intervento, parlando, ancora una volta, delle risorse e dei soldi che verranno impiegati nella scuola, citando, in modo particolare, i 1.642 cantieri che chiuderanno i propri lavori entro la prossima settimana per permettere ai ragazzi di tornare a scuola in ambienti sicuri e rinnovati.