Si annunciano giorni duri per Matteo Renzi ed il suo governo: ieri ci sono stati i primi accenni della tempesta che sta per abbattersi sul Premier. Le questioni spinose sono sempre le stesse: Opzione Donna, esodati e la quota 41 e su questi si annuncia uno scontro feroce. Nel frattempo i comitati Opzione Donna e Esodati hanno indetto un presidio di protesta davanti la sede del Ministero di Economia e Finanze. Il 15 settembre la data prevista per questa mobilitazione ma un problema grave potrebbe essere la frattura interna alla maggioranza su questi temi che potrebbero minare la stabilità del nostro Governo.

Lavoratori precoci

La sensazione che qualcosa si sia rotto all’interno del PD e quindi della maggioranza viene dalle interrogazioni parlamentari sulla questione della quota 41. Alcuni deputati del PD hanno presentato una serie di interrogazioni sul tema dei precoci. I parlamentari con a capo la prima firmataria Eleonora Cimbro, chiedono chiarimenti sulla possibilità che venga concessa la pensione anticipata e senza limiti anagrafici a coloro che hanno maturato i 41 anni di effettiva contribuzione versata. Risposte vengono chieste anche sulla quota 97, cioè l’uscita anticipata a 62 anni di età e 35 di contributi con piccole penalità di assegno. Il pressing sul Governo non viene solo dalle opposizioni, ma addirittura dall’interno della maggioranza ed a scatenarlo il continuo ping pong di indiscrezioni sulla volontà dell’Esecutivo di posticipare la riforma delle Pensioni senza inserirla nella prossima Legge di Stabilità.

Settima salvaguardia ed Opzione Donna

Anche qui c’è da rilevare una dura presa di posizione di esponenti di prima fascia del PD che contestano l’operato di Renzi. Oltre al solito Damiano, presidente della Commissione Lavoro e primo firmatario di alcune delle proposte di riformaal vaglio del Governo, adesso interviene in maniera decisa anche Roberto Speranza, parlamentare PD ed ex capogruppo alla Camera per i Dem.

Punto cruciale della protesta i 500 milioni di euro risparmiati presenti nel Fondo per la Salvaguardia che al posto di finire nelle tasche di altri esodati sembra che siano stati bloccati per finanziare parte della prossima Legge di Stabilità. Per Speranza, Damiano ma anche altri parlamentari sia di minoranza che di maggioranza, questo è uno “scippo” a cui il Governo deve necessariamente porre rimedio per non arrivare alla spaccatura totale. Proprio su questo è incentrato il presidio di Roma del 15 settembre che cade alla vigilia della data di scadenza per presentare emendamenti in Commissione sulla settima salvaguardia.