Pensione anticipata con penalizzazione: se ne ritorna a parlare per una riforma pensioni 2015 sempre più travagliata e terra di battaglia tra diverse anime del PD e del governo retto dal partito di Matteo Renzi ma anche di Cesare Damiano, almeno in apparenza due diverse “anime”. Come ormai ripetuto ogni forma di flessibilità in uscita deve essere compatibile con la tenuta dei conti pubblici, non deve intaccare il risparmio per lo Stato dovuto alle norme su pensione di vecchiaia e prepensionamento introdotte con la Legge Fornero. Va però considerato anche il fattore tasse e reddito: una pensione più bassa per via di un'eventuale penalità per uscita anticipata abbassa sì il reddito totale del pensionato / della pensionata, ma quindi anche l'imponibile.

E se fosse allora che, pur in presenza di una riduzione, si guadagnasse qualcosa? O meglio, grazie ad una base imponibile inferiore si pagherebbero meno tasse e quindi la penalità stessa sarebbe meno “pesante”, a conti fatti. Conti che si deve fare anche lo Stato però, in quanto incasserebbe meno dal punto di vista fiscale ma avrebbe meno uscite da quello previdenziale.

Ultime notizie pensioni oggi 23 settembre: la penalizzazione per pensione anticipata di quanto sarebbe? E la riduzione delle tasse da pagare?

Stando ai numeri analizzati e pubblicati da Il Sole 24 Ore online il 22 settembre, circa il 90% delle Pensioni in Italia si attesta nella fascia 20mila - 40mila euro lordi l'anno. Ipotizzando una pensione anticipata di un anno rispetto a quella di vecchiaia con una penalità del 4% (calcoli fatti in base alle nuove ipotesi di flessibilità in uscitaemerse in questi ultimi giorni di settembre), la penalità totale in un anno sono 800 euro lordi, che in realtà al netto delle varie tasse e imposte da pagare, nazionali o locali che siano, scendono a 548 euro annui, ovvero 42 al mese.

Più precisamente un assegno netto da 1271 euro mensili scenderebbe a 1230 euro, con una riduzione concreta del 3.3%.

Come riportato negli ultimi giorni, le ipotesi di riforma ai prepensionamenti a cui sta ora lavorando il governo Renzi sarebbero per tagli progressivi, ovvero più sono gli anni di anticipo sulla pensione di vecchiaia e maggiore è la riduzione.

Un anticipo di 4 anni prevederebbe, sempre secondo quanto reso noto in questi giorni, ad una penalità del 16% lordo: in concreto 3200 euro all'anno per una pensione da 20mila euro lordi annui, che al netto delle tasse (anch'esse ridotte per l'abbassamento della quota imponibile) scendono a meno di 2200 euro, 170 euro al mese.

Pochi, tanti? Ovviamente dipende da tanti fattori che determinano la situazione concreta di ogni cittadino / pensionato / contribuente.

Comunque si dovrà ancora attendere: una qualsiasi riforma delle pensioni va ponderata al centesimo, se poi va per forza calibrata secondo le esigenze di bilancio imposte dall'Europa e inserita nella Legge di Stabilità (la ex Finanziaria, come si chiamava anni fa) ecco che i calcoli da fare sono molto complessi.