Per tutta l’estate si è fatto un gran parlare della flessibilità in uscita per andare in pensione e di come cancellare la Legge Fornero ormai in vigore da 4 anni. Il 9 settembre, con la riapertura dei lavori alla Camera si sarebbe dovuto mettere nero su bianco un intervento sul sistema previdenziale da inserire nella prossima legge di stabilità. Damiano, Boeri, Poletti, il Premier ed anche le opposizioni ed i sindacati, hanno preso l’argomento tanto a cuore che non passava giorno senza che non se ne parlasse come di un intervento ormai in dirittura di arrivo.

In questi giorni però, si sta delineando uno scenario diverso, si inizia a pensare di far slittare la riforma sulla flessibilità all’anno prossimo con un intervento a se stante, indipendente dalla Legge di Stabilità che dovrebbe essere presentata il 15 ottobre.

Chi e perché parla di rinvio?

Secondo un articolo uscito sul quotidiano nazionale “La Repubblica”(che riprende in realtà un'intervista fatta a Padoan da Quotidiano Nazionale)il Governo sembrerebbe pronto a fare retromarcia su quanto dichiarato nei mesi scorsi e che l’ipotesi slittamento sia la più gettonata almeno ad oggi. La riforma delle pensioni è un intervento delicato la cui realizzazione deve essere il frutto di un lavoro capillare che riguarda il Governo, la Commissione Lavoro, l’INPS e la Ragioneria di Stato.

Purtroppo, per l’equilibrio dei conti pubblici già si sapeva che la manovra doveva essere autofinanziata, o come dicono loro "a costo zero". In parole povere non ci sono soldi da stanziare per far partire la riforma e questo è uno dei motivi che stanno spingendo l’Esecutivo a valutarne il rinvio. La Legge di Stabilità sarà un atto da 25 miliardi divisi tra interventi per il rilancio del Mezzogiorno, eliminazione di IMU e TASI e clausole di salvaguardia.

Reperire altri soldi per il capitolo Pensioni non è facile, anzi pare impossibile come dichiarato dal Ministro dell’Economia Padoan che ha detto testualmente:"Non ci sono le coperture e dovremmo aprire un negoziato con la Commissione di Bruxelles, ma quello lo faremo per strappare più flessibilità sui parametri legati agli investimenti, non per la spesa pensionistica".

Parole forti che danno poche speranze per chi auspicava un cambiamento repentino delle regole per andare in pensione.

Cosa succederà ora?

I sindacati sono sul piede di guerra e molti cittadini si trovano in uno stato d’animo tra lo sconforto e la sfiducia. CGIL, CISL e UIL all’unanimità chiedono di inserire la riforma delle pensioni nella Stabilitàdicendo che le coperture finanziarie se c’è la volontà del Governo, si trovano. Anche all’interno della maggioranza ci sono correnti differenti, c’è chi spinge per l’immediatezza dell’atto, come il Presidente della Commissione Lavoro, Damiano, e chi fin dal principio era scettico sulle possibilità di trovare i fondi, come il Commissario della spending review, Yoram Gutgeld.

Una data da sottolineare è quella del 20 settembre, giorno in cui dovrebbe esserci l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, ma trovare tra i 4 e 5 miliardi in così poco tempo sarà difficile.

Intanto la Legge Fornero va avanti e se le voci di un rinvio diventeranno ufficiali, l’età per andare in pensione dal 2016 subirà l’ennesimo scatto. Ci vorranno la bellezza di 66 anni e 7 mesi per andare in pensione e meno male che sembra che l’opzione donna e la settima salvaguardia esodati , i due interventi più urgenti da mettere in piedi, dovrebbero essere già pronti come si diceva, con un intervento indipendente dalla Legge di Stabilità.