In arrivo una boccata d'ossigeno per quanto riguarda il nodo Pensioni? Le notizie di oggi (5 ottobre) e della settimana appena iniziata, ruotano principalmente intorno alle recenti dichiarazioni di Renzi apparse sulle pagine dell'Unità. Ad una specifica domanda, in merito all'adozione di criteri più flessibili per l'uscita dal lavoro, il premier ha lasciato intendere che qualcosa si proverà a fare già nella prossimaLegge di Stabilità ma salvaguardando le finanze pubbliche, posizione sostenuta anche dal Ministro Padoan: «Il governo è impegnato ad analizzare la questione a partire dalla legge di Stabilità e compatibilmente con il quadro di finanza pubblica»

Si sta delineando, in altre parole, una mini riforma del nostro sistema pensionistico che non potrà prescindere da due paletti: 1) non tradire l'attuale assetto normativo delle pensioni, maturato nel corso delle ultime legislature; 2) fare un'operazione a costo zero per le casse dello Stato.

Questo significa essenzialmente che: la Legge Fornero sarà solo limata e resterà pressoché intatta la sua natura; i costi, dovranno essere prevalentemente ammortizzati attraverso la riduzione dell'assegno pensionistico mensile.

Pensioni: le ipotesi

Ad oggi, le proposte avanzate nei mesi scorsi da Damiano-Baretta e la cosiddetta "quota 100", sembrano inapliccabili in seguito al parere sfavorevole dell'Inps. Questi, invece, i possibili scenari presi in esame dal Governo:

a) OPZIONE DONNA: Si studia l'opportunità, per le lavoratrici, di lasciare il lavoro dal 2016 a 62-63 anni, quindi con tre anni di anticipo, e con 35 di contributi. Questa ipotesi comporterebbe una riduzione dell'assegno (probabilmente del 10% per 3 anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia) legata alla speranza di vita.

b) OPZIONE UOMO: è una soluzione che potrebbe essere riservata a quei soggetti che perdono il lavoro a pochi anni dal raggiungimento dei requisiti pensionistici. Allo studio, dunque, la possibilità di ritirarsi con 3 anni di anticipo rispetto all'età di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2016) con un taglio dell'assegno valutato non al ricalcolo contributivo, ma in relazione all'equità attuariale, che corrisponde in parole povere al periodo più lungo di percezione dell'assegno. Tra l'atro si pensa anche ad un prestito pensionistico e/o un assegno nei casi più disperati da restituire una volta maturata la pensione.

Per restare aggiornato clicca su "Segui".