Non smettono di rincorrersi le notizie sulla riforma Pensioni, e in particolar modo sui lavoratori precoci e la proposta quota 41 di Damiano, dimenticata, come più volte ripetuto in questi giorni, dal governo Renzi. Dimenticata non è però il termine giusto, visto che più di dimenticata dovremmo dire 'tagliata', cestinata, messa in un angolo in attesa di tempi migliori. I precoci si erano forse illusi che l'esecutivo stanziasse una cifra considerevole, calcolata a suo tempo tra gli 8 e 10 miliardi di euro, spesa che, e Boeri in questo era stato bravo profeta, il governo non si sente di affrontare, poiché le risorse messe a disposizione per l'introduzione della flessibilità in uscita equivalgono, così come riportato su Il Sole 24 ore pochi giorni fa, a circa 1 miliardo di euro.

Va da sé che quota 41 e l'intero ddl 857 non siano mai stati presi in considerazione dal governo in questi ultimi giorni che precedono l'approvazione del testo della Legge di Stabilità, dove invece verranno incluse le misure per esodati, opzione donna e flessibilità.

Notizie pensioni lavoratori precoci ad oggi 3 ottobre: Rizzetto parla chiaro

Al centro delle ultime notizie sulla riforma pensioni del governo Renzi le parole di Rizzetto, vice presidente della commissione Lavoro alla Camera, che di recente ha chiesto, relativamente al tema delle pensioni, l'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la stessa mossa tentata da Salvini a suo tempo ma che non diede i frutti sperati.

La lettera aperta del capogruppo di Alternativa Libera alla Camera probabilmente avrà lo stesso destino dell'iniziativa del segretario della Lega Nord, ma il punto della nostra discussione non vuole essere questo. Ai lavoratori precoci risulteranno particolarmente interessanti le dichiarazioni stesse di Rizzetto contro il padre di quota 41, Cesare Damiano, criticato per aver espresso la propria soddisfazione per gli impegni che il governo Renzi ha deciso di assumersi con l'introduzione di alcune misure sulla previdenza, come se avesse dimenticato che uno dei suoi cavalli di battaglia, quota 41 appunto, sia caduto nel dimenticatoio, così come la penalizzazione del 2 percento per ogni anno di 'anticipo' (penalizzazione massima dell'8 percento).

Rizzetto ha anche affermato che la minoranza dem si sta semplicemente accontentando delle briciole, cercando tra le altre cose di far passare per una vittoria quella che in realtà è una sonora sconfitta riguardo il tema pensioni. Tragedia annunciata, così Rizzetto avrebbe definito le prossime mosse che il governo Renzi è intenzionato a includere nel testo della Legge di stabilità.

Una tragedia non soltanto per Rizzetto ma anche, come si può leggere dagli innumerevoli commenti postati sui social network, per i lavoratori precoci, che tra non molti anni si troveranno costretti, per colpa della cosiddetta speranza di vita, a dover lavorare fino a 44 anni.

News pensioni lavoratori precoci ad oggi 3 ottobre: sindacati sul piede di guerra

A scendere in prima linea per una vera riforma pensioni sono adesso i sindacati, che attraverso una nota comune hanno proclamato una mobilitazione nazionale di dieci giorni, da lunedì 5 a giovedì 15 ottobre, che porterà la protesta di migliaia di lavoratori davanti alle prefetture. Proprio i lavoratori precoci sono protagonisti della nota congiunta dei sindacati, dove si legge che è urgente un intervento strutturale per correggere il testo della riforma Fornero in modo da abbassare l'età di accesso alla pensione, introducendo nuovamente la flessibilità (i sindacati parlano di “vera flessibilità in uscita”) e, questo il punto forse più interessante, intervenendo sui lavoratori precoci.

Qualcuno che si ricorda di quest'ultimi dunque è rimasto, c'è ancora. Per rimanere aggiornati sul tema pensioni cliccate il tasto 'Segui' in alto a destra e, se volete, scrivete la vostra opinione nei commenti qui sotto.