Novità in tema di pensione anticipata a favore degli esodati: la settima salvaguardia, infatti, associa 26 mila e trecento lavoratori, ma contemporaneamente ne esclude 24.064 tra quelli che erano coperti dalle precedenti tutele.

E’ Il Sole 24 Ore a darne notizia descrivendo l’operazione del Governo Renzi relativa alla diminuzione della capacità delle tutele precedenti, quelle rimaste inutilizzate, a favore delle nuove categorie di lavoratori non protetti. E, pertanto, se finora le sei salvaguardie avevano riguardato 170 mila e 230 contribuenti, con la settima l’incremento è di poco più di duemila soggetti (172 mila 466).

Settima salvaguardia per mandare gli esodati in pensione, cosa prevede la Legge di Stabilità 2016

Ad eccezione dei contribuenti in mobilità o di chi gode del particolare trattamento riservato agli appartenenti al settore edile, la Legge di Stabilità 2016 allunga di un anno, a differenza delle antecedenti salvaguardie, la scadenza per maturare la decorrenza dell’assegno pensionistico con i requisiti precedenti la Riforma Fornero. Pertanto, verranno tutelati i contribuenti che andranno in pensione prima del 6 gennaio 2017 con le vecchie regole.

Esodati, diminuita la platea delle prime 6 salvaguardie, nella settima tutela per 26.300 lavoratori

Le sei salvaguardie precedenti, invece, riguarderanno in totale 146.166 contribuenti (e non più 170.230) come avvalorato dal ministero del Lavoro: sono considerate concluse la prima, la terza, la quarta e la quinta per un totale di circa 79 mila lavoratori ai quali vanno aggiunti coloro che hanno presentato domanda e sono ancora in attesa di risposta.

In totale non beneficeranno delle tutele in 24.064.

Sono valutate come piene anche la seconda e la sesta tutela che contengono 35 mila e 32 mila e cento lavoratori dato che le procedure non sono ancora complete. Complessivamente, il numero di chi ha usufruito delle salvaguardie è al di sotto di quello previsto.

Infine, per quanto riguarda le coperture finanziare, per l’ultima salvaguardia il Governo ha previsto una spesa totale di due miliardi di euro, da suddividere, però, negli anni compresi tra il 2016 ed il 2023.