Lo avevamo annunciato da tempo, il governo e il premier Matteo Renzi in persona non avevano intenzione di affrontare la questione della riforma delle pensioni 2015-2016 nella legge di stabilità e, in effetti, così è stato. L'annuncio è arrivato ieri in serata, durante il programma di Fabio Fazio 'Che tempo che fa', e immediatamente c'è stato un terremoto. Le parole di Matteo Renzi sono state semplici e dirette: al momento non è possibile intervenire con misure che istituiscano una maggiore flessibilità in uscita, perché non è chiaro quanto 'costerebbero' alle Casse dello Stato.
Le ipotesi non sono state rinviate del tutto, il premier ha sottolineato come 'nelle prossime settimane o mesi' qualcosa verrà fuori, ma per il momento bisogna tenere conto delle esigenze di bilancio e, soprattutto, qualsiasi manovra si intenda portare avanti dovrà essere a 'costo zero'. Insomma, come era stato ampiamente previsto, non vi era la volontà politica di intervenire sulla riforma Pensioni Fornero e le ultime indicazioni dall'Europa erano state nette: la previdenza italiana non può essere toccata per il momento.
Gli scenari e le ultime news sulla riforma pensioni 2015-2016 del governo Renzi
Se è chiaro che bisognerà attendere del tempo per capire se una riforma delle pensioni 2015-2016 potrà essere messa in campo dal governo Renzi, altre domande sorgono intorno alla previdenza.
Che ne sarà degli esodati e della settima salvaguardia? Su questo punto, il premier Matteo Renzi non ha detto nulla, ma le indicazioni politiche degli ultimi giorni non fanno sperare bene: sembra mancare anche per la categoria più penalizzata dalla legge Fornero una volontà politica netta e le parole di Padoan intorno alla poca chiarezza sui fondi avanzati sembrano confermare come il governo Renzi non voglia impegnarsi neanche in questa direzione.
Per quanto riguarda l'opzione donna tutto tace e non è chiaro il motivo: se l'opzione permette di andare in pensione mediante il passaggio al contributivo, dunque grossomodo a costo zero, perché il governo Renzi continua a mostrarsi restio? Un'ultima questione riguarda i cosiddetti lavoratori precoci: anche per questa categoria è sfumata la possibilità di una pensione con 41 anni di contributi; difficile immaginare che si vada verso un provvedimento ad hoc che tuteli soltanto questa tipologia di lavoratori.
Le polemiche sono molte: il premier Renzi, nel suo intervento, ha sottolineato come l'idea che sta guidando il governo è quella della riduzione delle tasse. È stata ad esempio confermata l'abolizione della Tasi e dell'Imu e l'idea di ridurre l'Ires e l'Irpef nei prossimi anni. Il lato oscuro di queste manovre sono lo smantellamento del welfare state: nessuna riforma delle pensioni per il momento e tagli alla sanità pubblica. L'assunzione dei rischi dell'esistenza deve diventare individuale, lo Stato si ritrae dal suo ruolo di assistenza dei cittadini: l'impostazione propria della nuova Europa neoliberista viene interpretata a pieno in Italia dal governo Renzi. Come abbiamo sottolineato più volte, si tratta di decisioni di ordine politico più che economico. È tutto con le ultime news sulla riforma pensioni 2015-2016 del governo Renzi; per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.