Le ultime notizie sulla riforma Pensioni provenienti dal governo Renziconfermano quanto detto nelle ultime settimane: nella Legge di Stabilità niente modifiche alla Legge Fornero per la flessibilità in uscita, cioè nuove norme per la pensione anticipata (neanche la pensione per i lavoratori precoci a Quota 41, che tecnicamente è un prepensionamento in quanto prima dei 66/67 anni per la pensione di vecchiaia, come con le norme attuali che prevedono l'uscita con 41/42 anni e 6 mesi, in aumento fino a 44 anni nei prossimi anni). Parlando delle possibilità di riforma pensioni alla Che Tempo Che Fa di domenica sera, Renzi ha esplicitamente detto che si rinvia la flessibilità in uscita al 2016 per poi dire martedì 13 ottobre che si farà nei prossimi tre mesi, ma in ogni caso è chiaro che gli interventi non saranno quelli sperati dai lavoratori pensionandi, al massimo si interverrà subito su alcune categorie: speranze per la settima salvaguardia esodati che probabilmente sarà parziale non per tutti, forse la proroga dell'Opzione Donna ma anche in questo caso ci sono grosse difficoltà.

Ma quali sono le reazioni di sindacati, opposizioni e alleati di governo a questa presa di posizione del governo Renzi? Rendiamo conto delle ultime dichiarazioni, convinti di una cosa: sono tutte parole al vento.

Novità pensioni 14 ottobre, rinvio per la flessibilità in uscita: Zanetti appoggia Renzi, Damiano insiste

Ad appoggiare il rinvio della flessibilità in uscita per la pensione anticipata c'è Enrico Zanetti: l'attuale sottosegretario all'Economia (il vice di Pier Carlo Padoan) e membro di Scelta Civica, il partito dell'ex premier Monti che implementò la Legge Fornero, afferma che “[vanno considerati] non solo degli impatti sui bilanci dei prossimi tre anni anni, ma anche e soprattutto su quelli di qui a dieci, vent’anni”.

Che ne pensaCesare Damiano? Il presidente della Commissione Lavoro è un deputato PD, quindi “sottoposto” alla volontà di Matteo Renzi, ma come saprete è fortemente critico -fa parte della minoranza Dem- ed è il principale proponente della Quota 97 con penalità al 2%, della Quota 100 senza penalità, della Quota 41 per i precoci, e ritiene che tali sistemi non un problema per i conti pubblici, anzi: continua ad affermare che nel lungo periodo la Quota 97 sarebbe addirittura un risparmio, dunque è "un grave errore a rimandare la questione della flessibilità al 2016" perchè i numeri reali -sui quali chiede un confronto col premier- sarebbero a suo favore.

Inoltre ribadisce che l'applicazione indiscriminata del parametro aspettativa di vita è già penalizzante per molti lavoratori, in primis i precoci: “Chi svolge mestieri ben retribuiti e non usuranti ha mediamente un'aspettativa di vita maggiore rispetto a chi svolge professioni pesanti”.

Riforma pensioni Renzi, opposizioni e sindacati alzano la voce... ancora una volta

Torna a farsi sentire Rifondazione Comunista (esiste ancora?): Paolo Ferrero e Roberta Fantozzi, segretario nazionale e responsabile nazionale lavoro del partito, definiscono Renzi “un ciarlatano totale”, affermano che per la flessibilità i soldi ci sono “basta prenderli a quelli che hanno ville e castelli”, che una vera riforma pensioni sarebbe l'abolizione della Legge Fornero.

Dall'opposizione berlusconiana arrivano paroloni altrettanto roboanti: Maria Stella Gelmini chiosa “quando si va sul concreto il Governo fa marcia indietro, è l’ennesima beffa di un Governo che vive ormai solo di annunci”, mentre Renato Brunetta rilancia su Twitter "a maggio Renzi prometteva flessibilità uscita in legge di Stabilità, dopo le piroette di Padoan in cerca di risorse è costretto a marcia indietro".

Chiudiamo questa rassegna di forti dichiarazioni -in mancanza di atti concreti- con i sindacati, precisamente la CGIL la cui leader Susanna Camusso dice che "[rinviare la riforma] è una scelta sbagliata [e dimostra come] non ci sia alcuna attenzione a una emergenza, a uno straordinario divario che riguarda il mondo del lavoro".