Il 17/11 il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Tar) si è pronunciatosulla class action promossa da circa 700 donne contro l'Inps. La richiesta delle lavoratrici, capitanate da Dianella Maroni,coordinatrice del 'comitato Opzione donna'era stata quella di procedere all'eliminazione delle circolari 35 e 37 emanate dall'Inps nel 2012. Circolariche di fattohanno ridottodi oltre un anno i termini di scadenza per maturare i requisiti indicati nella Legge 243/2004. Il regime sperimentale Maroni concedeva in origine la possibilità di accedere alla quiescenza entro il 31/12/2015 alle donne che fossero riuscite a maturare i requisiti anagrafici e contributivi contemplati, ossia: 57 anni per le lavoratrici dipendenti, 58 per le autonome e 35 anni di contributi versati, a fronte però di un assegno calcolato con il sistema contributivo.

Opzione donna: una scelta soggettiva e penalizzante, ma per molte necessaria

Una scelta dunque molto soggettiva e certamente penalizzante, ma difesa 'con le unghie e con i denti' da sempre più lavoratrici. Donnein difficoltà a conciliare lavoro eruolo di care giver,specie dopo l'entrata in vigore della legge Monti-Fornero che ha alzato e di molto l'asticella dell'età anagraficanecessaria per poter accedere alla pensione. La sentenza emanata del Tar è molto complessa, il linguaggio giuridico non è certamente di facile comprensione.Le lavoratrici si affidano, dunque,alle differenti interpretazioni che leggono sui giornali, e la confusione aumenta. Per questa ragione, per fare chiarezza una volta per tutte, abbiamo deciso di intervistare la precisa Orietta Armiliato, referente per la comunicazione.

Ultime news opzione donna:intervista esclusiva ad Orietta Armiliato

-E'arrivata la tanto attesa sentenza del Tar, ma sono aumentati i dubbi delle lavoratrici che faticano a districarsi nei tecnicismi giuridici. Il comitato opzione donna può dirsi, almeno parzialmente soddisfatto, dell'esito della class action?

Le nostre recriminazioni relativamente al fatto di non poter intentare ricorsi a causa, appunto, di una mancata risposta da parte di INPS sono state accolte positivamente e questo è senz'altro motivo di soddisfazione anche se, ovviamente, questa risoluzione apre solo una porta delle molte che ancora restano chiuse.

-Il Tar ha da un lato fatto una sorta di ' lavata di capo ' all'Inps stabilendo che le domande presentate non potranno rimanere in stand-by, ma dovranno essere evase entro i tempi stabiliti nella carta dei servizi. Dall'altro ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione sulla class action relativamente all'OD. Come va interpretata tale sentenza?

È, di fatto, una sentenza che giudica esclusivamente vizi di procedura e non di merito.

-L'emendamento presentato al Senato per modificare l'art 19 ed inserire anche le nate nell'ultimo trimestre del 58 è stato prima accolto e poi ritirato e rinviato alla decisione della camera . A suo avviso Damiano riuscirà a vincere entro dicembre quella che ha definito 'la madre di tutte le battaglie'?

Gli elementi per portare a casa il risultato sperato ci sono tutti così come è concreta e conosciuta la determinazione della Commissione Lavoro Presidente Damiano in testa, con la quale abbiamo collaborato e collaboriamo, per far sì che si ponga la parola FINE a questa annosa questione senza creare ulteriori strascichi soddisfacendo sia il criterio dell'equità sia il rispetto di una legge dello Stato affinché sia definitivamente #opzionedonnanessunaesclusa.