La riforma Pensioni già nella Legge di Stabilità. Sono attese novità importanti a partire da domani 3 novembre poiché il Comitato Ristretto nominato dalla Commissione XI, ovvero dalla Commissione Lavoro alla Camera di cui Damiano è presidente, inizierà i lavori che dovrebbero portare alla presentazione di una proposta unificata al governo per l'introduzione della flessibilità in uscita. Tra gli altri, si discuterà anche sul ddl 857 contenente la proposta di pensione anticipata a 62 anni e quota 41 per i lavoratori precoci.
Grazie a Damiano riforma pensioni possibile?
La svolta tanto attesa potrebbe arrivare da domani, almeno è quello che sperano i precoci e chi, come i quasi 20 mila esodati, si sono sentiti in un certo senso traditi dal governo dopo aver saputo che la settima salvaguardia, oltre ad essere definitiva, era per 30 mila esodati e non tutti i 50 mila indicati dall'Inps. E così, dopo l'ipotesi del prestito pensionistico, si fa largo l'ipotesi di un ritorno di fiamma dell'uscita a anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi ed una penalizzazione, per ogni anno, del 2 percento. È forse questa la risposta più bella che Cesare Damiano poteva dare agli italiani dopo aver manifestato a più riprese la volontà di incontrarsi con Matteo Renzi per discutere sul suo disegno di legge numero 857.
Il sito della Camera dei Deputati sottolinea comunque che il Comitato Ristretto prenderà in esame anche le altre 18 proposte per riformare il sistema previdenziale.
Non dimentichiamo infine l'affondo di ieri di Tito Boeri. Intervistato a In Mezz'Ora, il presidente dell'Inps si era detto amareggiato per la scelta da parte del governo di non realizzare una riforma definitiva già da quest'anno.
Inoltre il professore della Bocconi, sempre nella giornata di ieri, ha rilanciato l'ipotesi di un taglio del 50 percento dei vitalizi dei politici, ricevendo in risposta dal Movimento 5 Stelle la richiesta di chiedere agli stessi politici la rinuncia all'intero vitalizio e non semplicemente alla metà. Non è nemmeno tanto fantasiosa l'idea per la quale Renzi potrebbe ascoltare nuovamente la proposta fatta da Boeri quest'estate, il cui punto forte è rappresentato dal ricalcolo della pensione con il sistema contributivo, prima di prendere qualsiasi decisione inerente la riforma previdenziale, pur consapevole che la proposta Boeri da una parte piace all'Unione Europea ma dall'altra trova contraria la maggioranza dei lavoratori precoci e non solo. Rimane sempre in piedi poi la terza ipotesi, quella forse più razionale ad oggi, ovvero che la riforma, se ci sarà, verrà fatta soltanto nel 2016, coperture finanziarie permettendo.