I docenti neoassunti con la fase C hanno cominciato a prendere servizio nelle loro sedi di assegnazione ma cominciano ad affiorare i primi dubbi e le prime perplessità in merito alla loro attività professionale e, di conseguenza, anche a quello che dovrebbe essere il loroorario di lavoro.

Il sito specializzato 'Tecnica della Scuola' si è chiesto, infatti, quale possa essere l'orario di servizio settimanale 'standard' per un insegnante facente parte dell'organico potenziato. Un quesito che sorge spontaneo alla luce di quanto sta accadendo nelle varie scuole d'Italia che, evidentemente, non hanno ancora le idee ben chiare sull'utilizzo professionale del personale nuovo arrivato.

Orario di lavoro docenti neoassunti fase C: chi ha il giorno libero e chi no

Il Miur, per la verità, non ha ancora provveduto ad entrare nei dettagli ed ecco perchè, attualmente, non esistono regole ben definite. Da una parte ci sono scuole che hanno provveduto ad assegnare al docente un orario preciso di lavoro con la predisposizione di un giornata libera, dall'altra, invece, altre scuole hanno previsto la disponibilità del nuovo personale per tutti i giorni (quattro ore per le scuole primarie e tre ore per le secondarie, senza giorno libero).

Vi sono altre scuole, poi, che impiegano i propri docenti nelle supplenze oppure nei corsi di recupero e quindi l'orario di lavoro di questi insegnanti varia di settimana in settimana.

Insomma, un altro pasticcio che non trova uniformità di pensiero e, soprattutto, non esiste una normativa che valga per tutti e che venga applicata da tutti.

Scuola, cosa dice la legge 107 sulle funzioni dell'organico di potenziamento?

La legge 107, in merito, parla della possibilità per il dirigente scolastico di predisporre la sostituzione dei docenti assenti con l'organico di potenziamento per quanto riguarda le supplenze fino a dieci giorni, ma il comma 7 dice anche che i nuovi assunti dovrebbero lavorare nelle attività progettuali al fine di raggiungere gli obiettivi formativi prioritari.

Per ora quel che si vede è tanta confusione e disparità di trattamento da scuola a scuola e da regione a regione: i sindacati hanno chiesto maggior chiarezza al Miur, ma, per ora, da Viale Trastevere tutto tace.