Arrivano i primi commenti del Governo in risposta alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente dell'Inps Tito Boeri sul probabile destino previdenziale dei lavoratori nati negli anni '80. "Non ho nessuna intenzione di smentire o di confermare" spiega il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che a riguardo della vicenda sottolinea di ritenere come "il Presidente Boeri abbia fatto tutte le valutazioni del caso, a partire dai dati a sua disposizione".
Stante questa premessa, l'esponente dell'esecutivo sottolinea di ritenere valido quanto affermato dall'economista, laddove ricorda che molti di questi lavoratori otterranno la quiescenza solo dopo i 75 anni di età, mentre l'importo degli assegni sarà ridotto di circa un quarto rispetto alle precedenti generazioni. Proprio per questo motivo "stiamo promuovendo una stabilizzazione del lavoro", visto che tali prospettive sono anche il frutto dell'incertezza che caratterizza la continuità di carriera nell'attuale contesto socio-economico.
Riforma pensioni, servono misure di sostegno o anticipazione per i disoccupati in età avanzata
Stante la situazione, appare chiaro che sul tema della previdenza sia necessario un intervento soprattutto nei confronti di coloro che rischiano di restare disoccupati in età avanzata. Secondo il Presidente dell'Inps Boeri, una delle maggiori sfide consiste nel rendere resiliente il sistema verso "i problemi di chi perderà il lavoro sotto i 70 anni". Anche per questo motivo l'economista aveva indicato solo qualche giorno fa l'obiettivo della flessibilità come uno scopo "da perseguire con forza". Tanto che tra le proposte inviate al Governo lo scorso giugno e rese pubbliche a novembre figuravano l'adozione di un reddito di welfare dedicato agli ultra cinquantenni e di un meccanismo di pensionamento anticipato in grado di offrire la quiescenza già a partire dai 63 anni di età, seppure al prezzo di una penalizzazione del 10% per i pensionandi e di un intervento di solidarietà sui vitalizi più alti.
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