Le Pensioni dei contribuenti nel 2016 saranno più povere e i requisiti necessari per l’uscita da lavoro si allungheranno. Dal 1° gennaio prossimo infatti scatteranno gli scaloni previdenziali legati all’aumentata speranza di vita che penalizzeranno i contribuenti italiani uomini e, soprattutto, donne: l’assegno della pensione risulterà ridotto per l’applicazione dei nuovi coefficienti di trasformazione che vanno applicati al montante contributivo per la determinazione dell’importo mensile di ciascun lavoratore prossimo alla pensione.

Pensioni 2016, con i nuovi coefficienti di trasformazioni assegni ridotti dal 2% all’8%

Proprio in applicazione dei nuovi coefficienti, gli assegni pensionistici si ridurranno mediamente del 2 percento, ma in alcuni casi il taglio arriverà all’8 percento. E’ il quotidiano economico Italia Oggi a fare il calcolo della perdita delle pensioni nel 2016. Il meccanismo dei coefficienti di trasformazione, variabili in base all’allungamento della vita e ad altri parametri economici, negli ultimi anni ha prodotto perdite nel mensile dei pensionati. Nel calcolo della pensione di un 65enne del 1996 veniva applicato il coefficiente di trasformazione pari a 6,136.

Per un neopensionato con la stessa situazione previdenziale, a partire dal 1° gennaio 2016, verrà applicato un coefficiente di 5,326 che, in base al calcolo dell’assegno, significa perdere il 13 percento dell’importo mensile rispetto a vent'anni fa.

Riforma pensioni 2016, con la Fornero servono più anni di contributi: per le donne fino a 22 mesi in più

Il susseguirsi delle riforme pensionistiche non ha fatto che allungare il numero di anni necessari per avere una pensione, seppur minima. Infatti, chi iniziava a lavorare e versare contributi a partire dal 1996, a certe condizioni poteva immaginare di avere una pensione con soli 5 anni di contributi versati. Attualmente il numero minimo di anni di contributi versati è di almeno venti.

Tali condizioni, nel tempo, anziché il ricambio generazionale ha favorito il conflitto intergenerazionale tra chi è andato già in pensione e chi sta ancora lavorando.

Alle donne, in tema di pensione, il 2016 sarà anche peggio. Infatti l’entrata in vigore di alcune disposizioni della riforma Fornero penalizzeranno le lavoratrici in quanto dovranno continuare a lavorare ulteriormente un anno e 4 mesi se autonome ed 1 anno e 10 mesi se dipendenti per allineare il requisito dell'età a quello degli uomini.