L’ultima ipotesi di riforma della Pubblica Amministrazione attuata dal ministro Marianna Madia, prevede l’adozione di soli quattro comparti per mettere insieme gli elementi più semplici da gestire, come ad esempio l’assunzione delle ferie e delle assenze per malattia, passando, poi, agli aspetti retributivi. In altre parole, la riforma verrà attuata in due momenti ben distinti: in un primo andrà a toccare le regole di base contenute nei contratti di lavoro nazionale delle professioni, disciplinandone le specificità con nuove regole. Poi, successivamente, andrà a modificare le retribuzioni.
Riforma Pa, saranno solo quattro i settori?
Saranno in tutto quattro i comparti del pubblico impiego e non più tre come era trapelato nelle intenzioni del ministro della Pubblica amministrazione nel mese scorso: accanto alla scuola e alla sanità, che hanno delle specificità settoriali, saranno previsti i comparti della Pubblica amministrazione statale e i cosiddetti “poteri locali”. La novità della Pubblica amministrazione statale racchiuderà, al suo interno, professioni del tutto separate e disomogenee che vanno dai dipendenti dei ministeri, a quelli delle agenzie fiscali, delle istituzioni politiche e via dicendo.
Contratto statali, a che punto siamo con il rinnovo?
Il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha spiegato nelle pagine de Il Sole 24 Ore che l’obiettivo è quello di arrivare ad una soluzione entro il prossimo gennaio, ma occorrerà spuntare gli spigoli contro i quali si è arenata la trattativa.
Gli ostacoli più duri da superare saranno quelli del rinnovo del contratto degli statali, ormai bloccato da molti anni e, naturalmente, l’adeguamento retributivo.
Anche perché, da una prima lettura delle tabelle retributive medie delle professioni meglio pagate nella Pubblica amministrazione centrale, si leggono livelli di stipendio maggiori anche del 50 per cento rispetto agli stipendi degli altri impiegati statali.
Aumenti in busta paga degli statali nella Stabilità 2016: pochi euro
Lo stanziamento dei 300 milioni di euro in vista dell’aumento in busta paga per il 2016 degli statali è giudicato, ovviamente, insufficiente dai sindacati. Si tratterebbe di qualche euro in più al mese e, per le sigle, non sono nemmeno da prendere in considerazioni le ipotesi del ministro Madia di possibili aumenti da discutere il prossimo anno nel caso in cui la crescita economica possa essere ritenuta più sostenuta.
Naturalmente la riduzioni a solo quattro comparti di tutta la pubblica amministrazione produrrà, come effetto diretto, anche la diminuzione dei sindacati ammessi al tavolo delle trattative con conseguente minore peso contrattuale e rappresentanza dei vari settori dell’impiego pubblico.