Gli ultimi aggiornamenti pervenuti sulle Pensioni mostrano una situazione di stallo a causa del periodo nel quale ci troviamo. A ridosso dei festeggiamenti per l’ultimo giorno dell’anno, dopo le festività natalizie, la situazione si è cristallizzata. Molto è stato fatto sul fronte previdenziale: dalla proroga all’Opzione Donna fino al 31/12 alla settima salvaguardia che ha fornito tutela agli esodati. Anche se, ad onore di cronaca, quest’ultima situazione non è ancora completamente sanata. I Precoci devono, però, vedere realizzata una forma di tutela attiva nei loro confronti.
Riuscirà Renzi a mantenere le promesse fatte nel 2015?
Precoci ancora in stand by
Damiano per il 2016 auspica di vedere dei riscontri nelle promesse fatte dal Premier Renzi. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano da sempre mira ad ottenere una forma di flessibilità in uscita a favore dei quota 41. Questa fascia di lavoratori nasce in simbiosi con la legge Fornero: essendo aumentati i limiti d'età anagrafica per avere accesso alla pensione, molti lavoratori non hanno potuto cessare la loro attività lavorativa, nonostante avessero già versato un numero consistente di contributi. Il 2016 sarà quindi l’anno delle grandi aspettative verso Palazzo Chigi.
Molti gli emendamenti presentati dallo stesso Damiano, che però non hanno avuto esito positivo.
Ormai manca poco al nuovo anno ed il Governo si vede costretto ad affrontare la situazione. Anche in favore delle richieste sempre più pressanti da parte dei diretti interessati. Gli ultimi dati Inps rendono noto che affrontare l’emergenza Precoci costerebbe allo Stato circa 8 miliardi di euro, se si dovesse risolvere anche la situazione della quota 100 il costo salirebbe a 10 miliardi di euro circa.
Renzi ed i suoi ministri non si sono ancora espressi al fine di fornire soluzioni atte a districare la situazione. Poletti si era detto soddisfatto della forma sperimentale di flessibilità in uscita attuata per gli over 63, ma è chiaro che ciò non è abbastanza. Bisogna poi fare opera di discernimento tra le varie professioni.
Nel 2015 il Governo non si era mosso perché non aveva dati sicuri e non poteva creare nuovi buchi economici nel bilancio statale, Tutto era stato rimandato al 2016, ma il 2016 è ormai alle porte ed i giorni per fare promesse sono terminati. In molti aspettano, e forse è anche il caso di dire meritano, risultati e soluzioni atte a sanare la loro situazione.