Il 28 novembre scorso molti lavoratori statali hanno manifestato sul tema del rinnovo dei contratti e della riforma della Pubblica Amministrazione. La movimentazione voluta da tutti i sindacati in maniera unitaria, sembra non aver prodotto alcun effetto su tutti i temi tanto contestati. La Legge di Stabilità ha ottenuto il via libera della Commissione Bilancio alla camera ed adesso si appresta ad essere approvata nelle aule di Montecitorio, ma sui problemi della PA, tutto sembra tacere, con buona pace dei lavoratori interessati.

Contratti sbloccati dalla Consulta, riduzione dei comparti e licenziamenti

I problemi della PA sono sempre gli stessi, ma se fino all’inizio dell’autunno sembravano temi caldi, adesso sembra che tutto si sia appiattito su quanto stabilito inizialmente. Lo sblocco dei contratti voluto dalla Corte Costituzionale che ha bocciato la Legge Fornero che congelò gli stipendi per i lavoratori statali per oltre un quinquennio, è un dato di fatto. Le trattative tra le parti sociali, Governo e Sindacati non stanno producendo gli effetti sperati, se non con le continue minacce di mobilitazione e scioperi e battaglie dei rappresentanti sindacali. Il Governo è fermo ai 300 milioni stanziati in Legge di Stabilità che in soldoni, significherebbero, aumenti di 10 euro a testa per ciascun lavoratore.

La riforma voluta da Brunetta, quella della riduzione dei comparti, deve essere ancora avviata e questo paralizza ancora di più i lavori con molti sindacati che perderebbero la forza contrattuale se effettivamente le branchie in cui si divide la Pubblica Amministrazione si riducessero da 11 a 4.

Le notizie dall’Aran e dalla Madia spingono all’ottimismo?

In queste ultime ore, l’Aran, l’Agenzia per la contrattazione nel Pubblico Impiego ed i sindacati, pare abbiano trovato l’accordo sulla riduzione a dei comparti. Nonostante le ultime idee del Governo, che mirava a ridurne ancora il numero, portandolo a 3, sembra che ci sia stato l’accordo per creare 4 super comparti che saranno la sanità, gli enti locali, le amministrazioni centrali e la scuola.

Trovato questo primo accordo, adesso si tratterà di fare “pace” sul rinnovo dei contratti. Da voci provenienti dall’Agenzia, sembra che l’obiettivo sia portare a conclusione la vicenda a gennaio, subito dopo le festività natalizie. Il modo è ancora tutto da scoprire anche perché, le 10 euro lorde di aumento previste per i lavoratori, non saranno certamente accettate dai rappresentanti di categoria.

Il Ministro Madia, in un intervento televisivo, ha mostrato ottimismo, dicendo che 300 milioni stanziati sono un ottimo inizio per adeguare i contratti fermi da molto tempo. Sempre la Madia, ha ribadito che è ferma intenzione del Governo, provvedere ad aumentare ulteriormente le cifre e quindi i contratti se le previsioni di crescita economica del Paese non venissero disattese.

Il nostro pensiero è che sarà difficile trovare una soluzione se il punto di partenza è una promessa basata su una presunta crescita economica che tutto è tranne che certa. Neanche il bonus di 80 euro concesso alle Forze dell’Ordine può stemperare gli animi per lavoratori che, a dirla tutta, per via della riforma messa in piedi dal Ministro madia, stanno perdendo sempre di più alcuni diritti che prima erano o sembravano intoccabili. Stiamo parlando dei licenziamenti più facili, della cancellazione del reintegro e di tutti gli altri aspetti dell’Art. 18, la cui abrogazione sarà valida anche per questi lavoratori.