Le ultime notizie sulle pensioni aggiornate ad oggi 12 dicembre ci raccontano le novità provenienti da Movimento 5 Stelle e l'Unione Europea. Ieri vi abbiamo proposto l'approfondimento sui lavoratori precoci e quota 41, parlandovi della mossa dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, pronti ad una vertenza per la categoria dei precoci e coloro che svolgono lavori usuranti.

Sempre nei giorni scorsi abbiamo anche sottolineato l'apertura di Cesare Damiano alla proposta Boeri, a patto che venga inserita quota 41, contenuta nel suo disegno di legge numero 857. 

Pensioni, stop alla proposta dei 5 Stelle

Le novità sulle pensioni ci riportano allo stop subito in commissione Bilancio dal Movimento 5 Stelle in relazione all'emendamento che chiedeva l'approvazione di quota 40 per i lavoratori precoci, un anno in meno dunque rispetto a quota 41 di Damiano. Un ulteriore schiaffo dunque all'intera categoria. Le motivazioni, come raccontato dall'onorevole Tripiedi in esclusiva per la nostra testata, non sono state rese ancora note. 

Da tempo è nota la vicinanza del M5S ai lavoratori e pensionati.

Da tempo, inoltre, circolano voci che vorrebbero il Movimento di Grillo vicino alle posizioni di Boeri. In realtà, come insegna la storia, grillini e presidente dell'Inps hanno avuto in passato delle diverse vedute di pensiero su due temi principali della prossima riforma delle Pensioni: i tagli ai vitalizi politici e il reddito minimo. I pentastellati sono contrari infatti al taglio del 60 percento dei vitalizi, vorrebbero un'abolizione totale. Sono anche contrari al reddito minimo per gli over 55, dal momento che chiedono il reddito di cittadinanza. 

Queste le dichiarazioni della senatrice Catalfo sulle proposte di Boeri: "La proposta relativa al sostegno di inclusione attiva solo per gli over 55 - spiega l'onorevole - non soddisfa in alcun modo il Movimento 5 Stelle.

Quello che propone Boeri - prosegue la Catalfo - è una misura frammentaria e parziale. Non è così - conclude la senatrice - che si risolve il problema della povertà in Italia".

Arrivano intanto dati allarmanti da Carla Cantone, segretario del Ferpa, il sindacato europeo dei pensionati. Il nostro Paese è il quinto in Europa per pressione fiscale sui sindacati. Come si legge nell'approfondimento de Il Fatto Quotidiano, in alcuni Paesi del Vecchio Continente le pensioni sono esenti da tasse: Ungheria, Lituania, Bulgaria, Slovacchia. L'allarme, in tempi non sospetti, era stato lanciato dallo stesso presidente dell'Inps Tito Boeri, con il numero dei pensionati che avevano lasciato l'Italia per emigrare all'estero che era raddoppiato tra il 2010 e il 2014. 

Secondo un rapporto di Confesercenti, nel 2013 la pressione fiscale su un pensionato che viveva a Roma era nell'ordine del 20 percento.

In Germania, con lo stesso reddito, sarebbe stata dello 0,2 percento. Dunque 10 volte in meno rispetto a quanto accade nel nostro Paese. Ma non è tutto: in Spagna la pressione fiscale sarebbe stata inferiore del 50 percento, in Francia è pari solo al 5,2 percento. 

Per concludere, Carla Cantone spiega: "Negli altri Paesi d'Europa i pensionati pagano in media il 30 percento in meno di tasse. Prendiamo - la Cantone propone un esempio pratico - una pensione pari a 1500 euro. Da noi si pagano 600 euro di tasse, in Germania - conclude il segretario del Ferpa - 60 euro". Come detto prima, 10 volte in meno. Per conoscere le ultime novità sulle pensioni cliccate il tasto 'Segui' in alto a destra.