Proseguono quasi quotidianamente le trattative sulla complessa questione della mobilità dei docenti scuola per il 2016/2017: i risultati ottenuti dal confronto con il Miur non convincono i sindacati, i quali fanno sapere che, se il Ministero deciderà per l’approvazione del contratto senza accordo, l’unica via possibile sarà quella dei ricorsi. Nello specifico si segnalano soprattutto due interventi: uno di Stefano D’Errico, segretario dell’Unicobas, e un altro proveniente dalla Confederazione dei Sindacati di Base, i Cobas. Nel primo caso, si sottolinea l’incostituzionalità del provvedimento qualora dovesse rimanere la questione della chiamata diretta; nel secondo caso, si va addirittura oltre con la proposta di un’azione legale collettiva da presentare alla Commissione Europea.

In entrambi i casi, si segnala anche una spaccatura nel fronte dei sindacati: i confederali vengono considerati troppo accondiscendenti alle richieste del Miur.

D’Errico, chiamata diretta e mobilità scuola 2016/2017

Secondo D’Errico l’accordo sulla mobilità Scuola 2016/2017 sul quale si sta discutendo rappresenta un ‘arrangiamento stonato’ e la motivazione è semplice: i docenti che rientreranno nella terza e nella quarta fase del piano saranno pesantemente penalizzati e si tratta di alcune decine di migliaia di insegnanti che si troveranno in balìa di ambiti territoriali e chiamata diretta. Un esempio chiarisce a fondo il ragionamento: un insegnante entrato di ruolo nel 2014 (dunque prima dell’approvazione della riforma) può sperare nella titolarità d’istituto soltanto se trova posto nell’unica scuola che gli è consentito di indicare nella domanda per la mobilità; altrimenti, dovrà rientrare in una rete di istituti con la possibilità anche di finire a fare il ‘tappa-buchi’ (cioè nel potenziamento).

La quarta fase, invece, di fatto obbliga decine di migliaia di docenti a sottostare all’arbitrarietà degli ambiti territoriali e quelli che provengono dalle GaE potranno essere soggetti ad una mobilità a livello nazionale. Le polemiche dell’Unicobas non riguardano soltanto l’accoro con il Miur, ma anche l’operato degli altri sindacati (soprattutto i confederali) considerati troppo morbidi nella trattativa con il ministero.

L’unica risposta possibile è impugnare il provvedimento per verificarne l’effettiva costituzionalità.

L’attacco dei Cobas e la mobilità scuola 2016/2017

I Cobas hanno invece fatto sapere che condannano duramente la disparità di trattamento cui saranno soggette alcune categorie di docenti e che, sulla questione della mobilità scuola 2016/2017, anche le organizzazioni sindacali, sedute al tavolo della trattativa, non stanno dimostrando la loro reale autonomia.

Questa tipologia di disparità non potrà che generare nuovi ricorsi e contenziosi e il sindacato di base fa sapere che la protesta partirà immediatamente attraverso scioperi e altre forme di mobilitazione, ma che si sta attivando anche una piattaforma per un ricorso duplice, sia alla Commissione Europea sia al Tribunale Civile nella sezione Lavoro. Se tutto dovesse restare così come si sta profilando, i Cobas attiveranno presto una piattaforma nazionale per coordinare gli insegnanti e adire le vie legali. Per aggiornamenti sulla questione ‘mobilità’, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.