Le novità sulle pensioni relative ad oggi martedì 26 gennaio mettono in luce Tito Boeri, la commissione dell'Unione Europea e gli importi medi degli assegni previdenziali. Hanno fatto discutere, e continueranno a farlo anche nei prossimi giorni, le quote limite dei requisiti contributivi che il presidente dell'Inps avrebbe fissato per l'accesso alla pensione anticipata, argomento che riguarda da vicino i lavoratori precoci. Così come faranno discutere le frasi contenute all'interno del Rapporto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche redatto dall'Ue.

In ultima analisi tratteremo la notizia sugli importi medi degli assegni pensionistici in Italia.

Ultime novità pensioni, Tito Boeri e il limite massimo dei contributi

Le ultime notizie sulle pensioni riguardano le presunte idee di Boeri sul limite massimo dei contributi lavorativi. Non si parla di quota 41, quella di Cesare Damiano, ma di quota 43 e 42, rispettivamente tetto limite per uomini e donne. In poche parole, i precoci dovrebbero lavorare 43 anni, mentre le donne fino ad un massimo di 42 anni. Questo discorso va legato alla speranza di vita, fattore che già dall'inizio del 2016 ha alzato la soglia limite, portandola a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, limite che diventerà tra una decina di anni pari a 45 anni.

Entro il 2035, se un lavoratore inizierà a lavorare ad esempio a 15 anni, sarà costretto a lavorare fino a 61 anni, prima che possa andare in pensione. Ricordiamo anche che quando si parla di nuova riforma Pensioni, si fa riferimento all'introduzione della pensione anticipata, avendo da una parte il modello Damiano, dall'altra il piano Boeri, che fissano la domanda di uscita anticipata dal mondo del lavoro a 62 anni e 7 mesi, il primo, e 63 anni e 7 mesi il secondo, con una penalizzazione sull'assegno massima tra l'8 e il 10 percento.

I contributi richiesti per accedere alla pensione anticipata a partire dai 62 anni di età sono, ricordiamo, 35, mentre - e qui l'ingiustizia è palese - un lavoratore precoce per andare in pensione deve avere raggiunto come anni di contributi 42 e 10 mesi, almeno fino ad ora, un limite che crescerà con il passare degli anni fino a diventare, come abbiamo visto prima, 45 entro il 2035.

Per questo motivo la categoria dei precoci continua a chiedere al governo, inutilmente fino ad oggi, l'approvazione della misura quota 41 contenuta nel disegno di legge numero 857 di Damiano, misura che non prevede alcuna penalizzazione sul futuro assegno previdenziale.

Commissione Ue a difesa della riforma Fornero

Giù le mani dalla riforma Fornero. Si può riassumere così l'ultimo rapporto della commissione Ue relativo alla sostenibilità delle finanze pubbliche, che ha avuto ampio risalto nei telegiornali della sera. In un passaggio fondamentale del rapporto la commissione afferma che 'non ci sembrano essere rischi di sostenibilità dei conti pubblici supponendo - prosegue il rapporto - la piena attuazione delle riforme pensionistiche adottate in passato'.

Già in un precedente articolo vi avevamo informato sulla possibilità che sarebbe stata l'Ue a decidere per noi la riforma pensioni: alla luce degli ultimi eventi, la 'profezia' sembra concretizzarsi. Intanto Il Sole 24 ore nella giornata di ieri ha pubblicato i dati di Datalavoro sull'archivio Inps, rivelando come gli importi medi delle pensioni nel 2015 in Italia siano stati pari a 825 euro al mese. Un dato preoccupante, sopratutto se si pensa che in futuro gli assegni saranno sempre più leggeri.