Il Governo Renzi ha fallito sul contrasto alla disoccupazione giovanile, questo è quanto ha dichiarato Carmelo Barbagallo, segretario generale della UIL, che aggiunge di essere ancora in attesa, lui e gli altri sindacati,di essere convocati dal presidente del consiglio per le proposte di modifica alla legge Fornero sulle Pensioni. In Italia, fa sapere Barbagallo "ci sono 143mila pensionati in meno, ma nessuna assunzione dei giovani". Riferendosi in particolare alla situazione sociale ed economica delle regioni meridionali, il leader della Uil la definisce "buco nero" a causa dei mancati investimenti da parte della finanza pubblica.

A Carmelo Barbagallo fa eco Annamaria Furlan, leader della CISL che ritiene prioritario quanto necessario cambiare la legge Fornero "per ritrovare la necessaria coesione sociale tra giovani e anziani".

Susanna Camusso: o riforma della Fornero o agitazioni, le novità al 18 gennaio

Leultime notizie sulle pensionici rivelano una più dura e decisa posizione della segretaria della CGIL, Susanna Camusso. La Cgil sostiene con vigore che se il presidente del Consiglio Matteo Renzi non cambia atteggiamento "rapidamente sulla riforma pensioni e sul rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione", ai sindacati non resta altro che dare inizio alle agitazioni annunciate. Ricordiamo che le tre organizzazioni sindacali più rappresentative del mondo del lavoro italiano hanno elaborato unitariamenteuna proposta di riforma della vigente legge che regola il sistema pensionistico nazionale (legge Fornero).

Proposta che prevedela pensione anticipata per tutti a 62 anni e il pensionamento con Quota 41 di anzianità contributiva per i lavoratori precoci, senza penalizzazioni indipendentemente dal requisito anagrafico. Proposta che fa il paio con il disegno di legge presentato dal presidente della commissione lavoro della Camera, il pieddino ex Cgil Cesare Damiano con il piano del presidente dell'Inps Tito Boeri.

Damiano e Boeri: due proposte convergenti ed a confronto sulla flessibilità

Ledistanze tra il presidente della commissione lavoro della CameraCesare Damiano ed il presidente dell’Inps Tito Boeri stanno per ridursi ed arrivare ad un punto d’incontro sul questione della flessibilità in uscita ed il pensionamento anticipato,per andare in pensione a partire dai 62 anni,La proposta dell'ex Cgilprevede un'uscita a 62 anni e 7 mesi, con 4 anni di anticipo rispetto alle norme previste nella legge Fornero, con 35 anni di contributi e penalità del 2% per ogni anno di anticipo, fino ad un massimo dell’8%, con quota 41 per i precoci.

Il pianoBoeri prevede una penalizzazionemassima di poco superiore al 9%, con l'uscita a 63 anni e 7 mesi. Le posizioni abbastanza vicine lasciano intravedereuna possibile soluzione condivisa. Il premier Matteo Renzi saprà farne tesoro, imponendo all'Europa la "sua" flessibilità sui conti pubblici?

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