Il punto della situazione ad inizio gennaio vede la convergenza delle discussioni politiche sulla questione della flessibilità previdenziale, ma denota ancora uno stato di stallo per molti lavoratori in età avanzata. I provvedimenti previsti con la legge di stabilità 2016 hanno infatti riguardato solo una parte della platea di coloro che vivono situazioni di disagio, tanto che mentre l'Inps pubblica le prime circolari applicative sulla settima salvaguardia degli esodati si parlagià del profilarsi di un'ottava azione di tutela. Altre forme di sostegnopreviste con la Manovra approvata lo scorso dicembre prevedono la possibilità di riavviare il meccanismo del turn over tramite specifici accordi di esodi o per mezzo della staffetta generazionale: si pensi all'articolo numero 41 del Dlg 148 del 2015, destinato ai lavoratori a cui mancano 24 mesi dalla data di pensionamento o alla legge 208/2015 che prevede il part time agevolato in favore di chi risulta a 3 anni dalla quiescenza.

Pensioni anticipate 2016, serve un vero meccanismo strutturale

Purtroppo i diversi tentativi di flessibilizzazione fatti finora sembrano scontrarsi con grossi limiti proprio laddove un sostegno di welfare sarebbe più necessario, ad esempio nel caso dei lavoratori disoccupati in età avanzata. Queste persone sono rimaste senza reddito da lavoro avendo terminato i sostegni di welfare, mentre l'innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi li ha contemporaneamente esclusi anche dalle tutele del pensionamento. Per questi soggetti inoltre, le misure esposte in precedenza risultano inapplicabili visto che il peso della staffetta generazionale risulta spostato verso i datori di lavoro, che nella pratica però sonoassenti per chi ha perso il proprio posto.

Il ricorso a nuove misure ad hoc potrebbe quindi fallire l'intento di perseguire una tutela estesa, mentre una parte trasversale della politica, dei sindacati e degli stessi lavoratori chiede che siano applicate misure davvero incisive e strutturali come la Quota 97 (con l'uscita a partire da 62 anni d'età e 35 di versamenti, più il 2% di penalizzazione annua) o il pensionamento dei lavoratori precoci a partire da 41 anni di versamenti.

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