Con il Jobs Act e con il successivo decreto sul riordino degli ammortizzatori sociali, i sussidi per persone che hanno perso involontariamente il lavoro, hanno avuto un profondo restyling. Sparite le vecchie indennità di requisiti ridotti, ASPI e così via, sembra evidente che i cambiamenti non hanno portato i miglioramenti sperati, anzi. La Naspi che penalizza, sulla durata, alcune categorie di lavoratori (stagionali, domestici ecc.) e che nel tempo si riduce di importo fino a diventare davvero irrisoria, ha provocato le nascite di comitati e gruppi di protesta in tutta Italia.
Per l’altro nuovo sussidio, l’ASDI, la situazione è anche peggiore.
Percepire l’ASDI è difficilissimo
L’ASDI è nato per dare un ulteriore aiuto ai soggetti che dopo aver percepito la NASPI per l’intera durata, erano rimasti ancora senza lavoro. Senza dubbio, l’idea che ha spinto i legislatori a prevedere questo ennesimo sussidio di disoccupazione è sicuramente apprezzabile. Il problema però è che i requisiti necessari che un disoccupato deve avere per percepire l’ASDI, lo rendono un miraggio per molti. Il nuovo sussidio è partito ufficialmente il giorno 11 gennaio 2016, la data a partire dalla quale è possibile presentare istanza. Un primo requisito restrittivo è quello della data di licenziamento.
Infatti possono presentare domanda quelli che hanno perso il lavoro dopo il 1° maggio 2015 e che hanno terminato l’incasso della NASPI entro il 31 dicembre 2015. In parole povere, tutti quelli che hanno perso il lavoro prima e che percepivano ancora i vecchi sussidi di disoccupazione (ASPI, Ordinaria e Requisiti Ridotti), o quelli che stanno ancora incassando la NASPI, in questi primi mesi del 2016, sono tagliati fuori.
Inoltre, dal punto di vista reddituale, è necessario che il disoccupato, sia in particolari condizioni di disagio. Quindi, possono presentare domanda quelli con un ISEE del nucleo familiare inferiore a 5.000 euro, oppure con un minore a carico o ancora se di età superiore a 55 anni. Se a questo, aggiungiamo che l’ASDI non spetta ai lavoratori pubblici ed agli agricoli che perdono l’occupazione, la platea dei possibili beneficiari è davvero ristretta.
Ma allora a chi spetta?
In definitiva, possiamo dire che la ASDI sembra fatta su misura di un lavoratore stagionale, cioè quelli che hanno lavorato pochi mesi nel 2015 e che si sono visti assegnare pochi mesi di NASPI. Infatti, un requisito davvero particolare è quello che prevede l’assegnazione del sussidio a coloro che negli otto mesi di tempo che intercorrono tra il 1° maggio ed il 31 dicembre del 2015, hanno lavorato, perso il lavoro e percepito la Naspi per intero. Bisogna anche ricordare che la ASDI prevede la concessione di un importo pari al 75% di quanto percepito con la NASPI. Il vincolo comunque è quello che il sussidio non può essere superiore a 448,06 euro, che è l’importo dell’assegno sociale in vigore oggi.
Sono previste però maggiorazioni di importo per coloro che hanno figli a carico. La durata di questo nuovo sussidio poi è stabilita nel limite massimo di 6 mesi. Questo sussidio è stato avviato in fase sperimentale, e se oggi i requisiti sono stringenti, in futuro già è prevista una ulteriore stretta, se è vero che già dal 2016 si inserirà il vincolo che chi ha già percepito la ASDI nei 12 mesi precedenti una nuova disoccupazione, non potrà ripresentare domanda.