In attesa che il Governo si decida a mettere mano al sistema previdenziale, dotandolo di norme meno severe di quelle in vigore oggi, molti si chiedono a che età andranno in pensione o con quanti contributi. La verità è che la Legge in vigore oggi, la famigerata Legge Fornero, ha inasprito molto i requisiti necessari. A questo si aggiunge l’innalzamento dei requisiti, dovuto dall’aumento dell’aspettativa di vita. L’insieme di queste cose ha l’effetto di rinviare in avanti nel tempo la data di uscita e di creare molta confusione tra i lavoratori che non capiscono quando potranno andare in pensione.

Anzi, molti neanche immaginano che esistono alcune possibilità di uscire in anticipo dal mondo del lavoro anche oggi, anche senza la tanto agognata flessibilità.

Opzione donna, salvaguardia esodati e usuranti

Esistono infatti alcuni provvedimenti tampone che chiudono alcune evidenti falle del nostro sistema previdenziale. Dal 1° gennaio 2016 è possibile per le lavoratrici, aderire ad opzione donna, cioè alla pensione anticipata per quelle che al 31 dicembre 2015 hanno compiuto 57 anni e 3 mesi di età avendo nel contempo anche 35 anni di contributi. Queste lavoratrici possono andare in pensione accettando una pesante penalizzazione (oltre il 30%) in termini di assegno, liquidato con il sistema contributivo.

La settima salvaguardia invece, aumenta la platea dei beneficiari di questo salvagente, che mira a coprire i soggetti che la Fornero ha lasciato senza pensione e senza lavoro. Nel 2016 vengono salvaguardati gli uomini che al 31 dicembre 2015 avevano 65 anni e 3 mesi di età o le donne con 60 anni e 6 mesi. Necessario inoltre rientrare, essere, alla data del 31 dicembre 2011, in mobilità, in trattamento speciale edili, in congedo parentale e così via.

Per lavori pesanti, i cosiddetti usuranti e per il lavoro notturno invece, si può andare in pensione con 35 anni di contributi raggiungendo poi determinate quote in base al lavoro svolto. Per questa opzione è necessario proporre istanza preventiva all’Inps per farsi riconoscere i periodi di lavoro come usuranti o notturni.

Tutte le altre possibilità

Si chiamasalvacondotto, la possibilità di andare in pensione a 64 anni e 7 mesi se, entro il 31 dicembre 2012 ci si trovi ad avere 20 anni di contributi per le donne e 35 per gli uomini. Tutti i nati nel 1952, se rispettano le condizioni previste possono uscire nel 2016. La pensione anticipata contributiva consente di uscire con 30 anni di contributi. In questo caso è necessario avere non oltre 18 anni di contributi versati fino al 1995 e almeno 5 anni versati successivamente. La pensione viene concessa al raggiungimento di 63 anni e 7 mesi se l’importo dell’assegno pensionistico risultasse superiore a 1.254,60 euro (2,8 volte l’assegno sociale). Sommare i contributi versati in più gestioni oltre quella dei lavoratori dipendenti, concede l’uscita a 65 anni e 7 mesi con minimo 20 anni di contributi.

In questo caso si parla di totalizzazioneche è gratuita ma che concede la pensione ridotta dal calcolo contributivo.Con 20 anni di contributi, possono pensionarsi gli uomini con 60 anni e 7 mesi e le donne con 55 anni e 7 mesi, con una invalidità che superi l'80%. Per invalidità inferiori, ma superiore al 74%, possono venire concessi fino a 2 mesi di contributi in più ad anno per un massimo di 5 anni in più. In parole povere, un soggetto con il 74% di invalidità certificata, lavorando 30 anni si troverà ad avere 35 anni di contributi versati.