Il pessimismo e la delusione dilagante per il provvedimento di uscita anticipata dal lavoro per le lavoratrici tramite opzione donna, sembra dilagare. Le nate nell’ultimo trimestre del 1958 e del 1957, a seconda che si tratti di lavoratrici dipendenti o autonome, sono state escluse da opzione donna, almeno per quanto riguarda il provvedimento inserito nella Legge di Stabilità in vigore dal 1° gennaio. Non parliamo di quelle più “giovani”, che auspicavano l’estensione dell’anticipo fino al 2018. Ci sono alcune considerazioni da fare che spingono all’ottimismo, perché la stessa Legge di Stabilità potrebbe aver lasciato aperta una porta.

La Legge di Stabilità ha previsto alcune possibilità

Come dicevamo, il provvedimento di uscita dal lavoro a 57 anni e 3 mesi di età (58 e 3 mesi per le autonome), con 35 anni di contributi e con calcolo del futuro assegno con il sistema contributivo (con penalizzazione tra il 20 ed il 35%) è consentita a tutte le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti al 31 dicembre 2015.Questa è la realtà incontestabile, perché tutte coloro che non hanno raggiunto l’età necessaria entro la fine dello scorso anno, sono tagliate fuori da questo provvedimento. La Legge di Stabilità però, ha stanziato una cifra di 2,5 miliardi di euro per coprire la platea delle beneficiarie che, secondo le stime, consta di 36.000 unità.

In altri termini, il Governo ha previsto questa spesa per coprire tutte le pensionate fino al 2022. La cifra è considerevole e soprattutto copre l’intero numero di lavoratrici che, sembra, possono optare per la pensione anticipata. La stessa manovra finanziaria ha anche previsto che, nel caso in cui, le risorse stanziate, non fossero consumate del tutto per le beneficiarie per così dire della “prima ora”, i risparmi serviranno per finanziare l’estensione ad altre del provvedimento.

Ottime speranze per le nate nel 4° trimestre e forse anche di più

Alzi la mano chi crede che tutte e 36.000 donne interessate sceglieranno di uscire in anticipo ed accetteranno i tagli cospicui di pensione.

Già il fatto della riduzione di assegno potrebbe essere un pesante deterrente per quelle che sono chiamate a decidere. Inoltre, l’Inps, negli ultimi tempi ha fatto entrare nella discussione previdenziale un istituto poco conosciuto fino ad oggi perché poco pubblicizzato. Si tratta della “cristallizzazione dei requisiti”, cioè del diritto acquisito che per alcune Pensioni, non viene perso.

In termini pratici, un soggetto che ha maturato ad una certa data, il diritto alla pensione, non perde questo diritto restando al lavoro, ma lo conserva anche in futuro. È così che la regola impatta anche su opzione donna, consentendo a chi è nata entro il 30 settembre del 1958 (1957 per le autonome), di restare al lavoro e di sfruttare opzione donna anche negli anni a venire perché il loro diritto maturato al 31 dicembre 2015, non viene perso. Tutto questo, significa che probabilmente, non tutti i 2,5 miliardi previsti, verranno spesi ed il Governo ha anche stabilito che entro il 20 settembre, saranno resi noti i dati definitivi di quante sono state le lavoratrici che hanno lasciato il lavoro.

È molto probabile che le nate nell’ultimo trimestre rientrino nell’estensione che scaturirà dopo aver visionato il cosiddetto contatore e, azzardando, anche quelle che sono nate nel 1959 potrebbero avere questa bella sorpresa.