Interessanti dichiarazioni da parte di Tito Boeri sul tema della riforma Pensioni, nello specifico l'età di pensionamento. In un articolo pubblicato in data 11 febbraio sulla testata tedesca Handelsblatt, ripresa poi dall'edizione del 12 febbraio de Il Corriere della Sera, il presidente dell'Inps ha invocato un cambio di rotta da parte dell'Unione Europea rispetto ai requisiti da maturare per la pensione di vecchiaia. Un'altra presa di posizione contro l'Ue che non deve, in fin dei conti, meravigliare più di tanto.

'Più flessibile'

L'economista della Bocconi, si legge nell'articolo di Handelsblatt, chiede un maggiore sforzo all'Europa relativamente all'età di pensionamento.

Per il numero uno dell'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale occorre un nuovo Patto di Stabilità finalizzato ad una maggiore libertà, da parte del lavoratore, di scegliere quando abbandonare il posto di lavoro, consentendo così ad un giovane di avere maggiori possibilità di occupazione. Flessibilità pensionistica e occupazione giovanile, equazione che ritorna anche nelle ultime dichiarazioni di Cesare Damiano, che anche ieri ha applaudito la determinazione di Matteo Renzi in relazione alle nuove politiche, sfide, chieste all'Unione. Proseguendo nella sua analisi, Boeri ha sottolineato che in Italia, nel corso degli ultimi 4 anni, la percentuale degli occupati giovani è scesa quasi di un quarto.

'Nessun rischio'

In conclusione al suo intervento, il professore ha affermato che più flessibilità non comporterebbe alcun rischio per la sostenibilità dei bilanci. Spiegando questo, l'economista ha ricordato che se da una parte lo Stato si ritroverebbe a pagare più pensioni, dall'altra gli assegni previdenziali sarebbero più bassi, andando dunque a compensare il 'segno +' precedente.

Un discorso simile lo faceva in tempi non sospetti anche il presidente della commissione Lavoro alla Camera, alcune volte in risposta proprio al 'rivale' dell'Inps, parlando di un risparmio per le casse dello Stato nel lungo periodo, dopo i primi 4 anni di spese. Intanto nelle ultime ore sono tornati a far sentire la loro voce i sindacati.

Con una lettera, i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto a Renzi e Poletti l'apertura immediata di un tavolo per l'introduzione della pensione anticipata e la risoluzione delle questioni più delicate, come ad esempio lavoratori precoci ed esodati. La risposta del governo non è ancora arrivata, ma è facile intuire che questo sarà soltanto il primo passo dei sindacati, consapevoli che il 2016 debba essere l'anno della flessibilità.