Nonostante le polemiche che ogni anno orbitano attornoai test di ammissione alle facoltà di Medicina che per effetto delle tradizionali irregolarità decretano troppo spesso esagerate ammissioni in sovrannumero a tutto danno della didattica e della qualità della formazione (oltreché a inficiare l’obiettivo stesso del numero chiuso), anche quest’anno decine di migliaia di studenti si cimenteranno con il discusso test. Ma quale università scegliere? Spesso si tende a privilegiare le sedi geograficamente più vicine, altre volte quelle che, almeno a detta di amici e conoscenti, dovrebbero essere qualitativamente superiori.

A questo proposito, proprio di recente è stata pubblicata la classifica del Censis 2015/2016: ecco i migliori undici atenei per chi ha già scelto o deve ancora scegliere.

Didattica e internazionalizzazione: ecco gli atenei migliori

Il rapporto è stato stilato tenendo conto della media di due dati: la “progressione di carriera” e i “rapporti internazionali” sintetizzati in un unico voto medio finale che può raggiungere un massimo di 110, esattamente come il voto di laurea. Nella fattispecie, con la “progressione di carriera” si vanno a premiare gli atenei con il maggior numero di studenti che passano dal primo al secondo anno, gli atenei con la quota più alta di iscritti regolari e il tasso di regolarità più alto.

Per quel che riguarda i “rapporti internazionali” invece vengono premiati gli atenei con il più alto rapporto tra numero di studenti in uscita ed iscritti al netto degli immatricolati, rapporto tra università ospitanti e iscritti e la più alta percentuale di studenti stranieri.

Al decimo posto della classifica si piazza l’Università del Piemonte Orientale che con 93 punti di media si colloca nella top ten a pari punti con l’Università di Bari.

Tra i due atenei emerge tuttavia qualche differenza: migliore la prima sotto il profilo della “progressione di carriera” (100 punti contro 83), mentre l’ateneo pugliese vince per quel che riguarda i “rapporti internazionali” (103 contro 94).

Anche per quel che riguarda settimo, ottavo e nono posto della classifica il voto medio si equivale: 93 punti per Università dell’Insubria, Università di Milano e Università di Firenze tra cui è doveroso fare qualche distinzione.

La migliore per quel che riguarda la “progressione di carriera” è senza dubbio Insubria con 93 punti (contro 92 e 77, rispettivamente Milano e Firenze), mentre sotto il profilo dell’internazionalizzazione Firenze vince a mani basse con 110 (contro 94 e 95 di Insubria e Milano).

Finiti gli ex equo, al sesto posto delle migliori facoltà di Medicina troviamo l’ateneo di Bologna, università europea tra le più antiche che raggiunge un voto medio di 96 con 99 punti per la “progressione di carriera” e 95 per i “rapporti internazionali”.

A rafforzare la presenza delle università emiliane in classifica al quinto posto troviamo l’ateneo di Modena e Reggio Emilia, tra le migliori sotto il profilo della carriera con ben 110 punti, meno buono l’ambito internazionale dove la valutazione dell’ateneo “scende” a 83 punti.

Al quarto posto un’altra università meneghina, quella di Milano Bicocca che si conferma come uno dei poli più importanti del paese totalizzando 107 punti in “progressione di carriera” e 95 per i “rapporti internazionali”.

Al terzo posto sul gradino più basso del podio c’è l’Università di Udine: come Firenze il meglio del meglio per i “rapporti internazionali” con 110 punti, ma decisamente meglio dell’ateneo toscano dal punto di vista della progressione di carriera: ben 102 punti.

Al secondo posto Padova, che stacca la terza classificata di appena mezzo punto nel complesso e che raggiunge quota 106 punti per la “progressione di carriera” e ben 107 per i “rapporti internazionali”, configurandosi quindi come l’ateneo più equilibrato tra quelli passati in rassegna.

Infine, il gradino più alto del podio spetta all’Università di Pavia che sfiora il massimo con un punteggio medio di ben 109 punti.