Il dibattito sulle pensioni è sempre acceso. Si discute soprattutto il tema della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, che non sembra essere un obiettivo primario del Governo. Infatti, l’Esecutivo ha deciso di rimandare l’argomento alla prossima Legge di Stabilità, nonostante ci siano delle priorità. Questa scelta non ha fatto altro che alimentare le polemiche, tant’è che i sindacati hanno deciso di organizzare una mobilitazione nazionale nelle prossime settimane. Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato una giornata di protesta per sabato 2 aprile 2016.

Su tutto il territorio italiano avremo delle manifestazioni contro il Governo di Matteo Renzi, che ad oggi non ha mai voluto intavolare un confronto sulle Pensioni. I sindacati chiedono a gran voce di attuare cambiamenti alla Legge Fornero, nonché di ricostruire un quadro di solidarietà fra i lavoratori. In particolare, viene sollecitato un intervento affinché si smussi la troppa rigidità della normativa attuale del sistema previdenziale, che non ha fatto altro che creare disagi a molteplici persone dal 2011 ad oggi. In merito a tale questione è da sempre attivo Cesare Damiano, il quale spinge sulle pensioni flessibili. Vediamo cosa ha dichiarato recentemente il presidente della Commissione Lavoro.

Pensioni flessibili il diktat di Damiano

Si necessita un intervento, questo è il succo del discorso di Damiano, che ha commentato le ultime notizie sul tema previdenziale, tra cui appunta la mobilitazione sindacale del mese prossimo. L’esponente del PD ritiene che debba essere data un’accelerata ai lavori di riforma. È importante tenere questo argomento sempre al centro dell’attenzione, ma allo stesso tempo bisogna battersi affinché le cose cambino.

Protestare potrebbe essere uno stimolo per il Governo ad intervenire in modo strutturale sulla riforma attuale, sottolinea l’ex sindacalista, cosa che ci si augura avvenga il prima possibile, visto che le proposte ci sono ed ancora non sono state considerate. Damiano ribadisce come siano ancora tante le questioni irrisolte, tra cui quella degli esodati, categoria che chiede l’approvazione di un’ottava salvaguardia, dei precoci, dei lavoratori usuranti e dell’opzione donna.

In appoggio al presidente della Commissione Lavoro è venuto in questi giorni anche Piero Fassino, con il sindaco di Torino che sostiene l’idea di permettere il pensionamento con 41 anni di contributi, senza alcun requisito anagrafico, cosa che non accade ora, visto che sono costretti a lavorare ancora per un po’ di tempo, nonostante abbiano iniziato a lavorare giovanissimi, perché l’adeguamento alle aspettative di vita ha portato ad un innalzamento dell’asticella.