Si avvicina la data fissata dai sindacati per avviare una grande mobilitazione generale al fine di scendere in piazza echiedere un intervento di apertura e flessibilità rispetto alle regole di quiescenza previste con la riforma Fornero. La data decisadalla piattaforma unitaria è stata infatti fissata al prossimo 2 aprile 2016, quando prenderanno forma presidi e manifestazioni in tutte le principali piazze italiane, con l'obiettivo di "cambiare le Pensioni e dare lavoro ai giovani". Cgil, Cisl e Uil (riunitesi lo scorso dicembre 2015 attraverso una piattaforma unitaria di discussione) chiedono al Governo una convocazione per aprire un tavolo negoziale sugli interventi e le modifiche da apportare all'attuale legislazione, con l'obiettivo di anticipare l'uscita dal lavoroa partire dai 62 anni di età, risolvere il problema dei lavoratori precoci e degli esodati e intervenire sulla questione della ricongiunzione onerosa.

Pensioni e regole di uscita: sindacatisu pensionedai 62 anni e quota 41 per i precoci

Stante la situazione, le richieste avanzata dai sindacati sono chiare: si parte dal ritorno della flessibilità tramite un meccanismo a quote, che consenta l'ingresso nelle tutele dell'Inps a partire dai 62 anni di età, soglia che andrebbe posta a età minima per il pensionamento. Le parti sociali appoggiano anche le richieste dei lavoratori precoci, che chiedono di poter uscire dal lavoro una volta raggiunti i 41 anni di versamenti indipendentemente dall'effettiva età raggiunta. Per quanto concerne invece eventuali penalizzazioni sull'assegno erogato, i rappresentanti dei lavoratori escludono la possibilità di accettare ogni possibile ricalcolo contributivo, mentre definiscono come accettabili le ipotesi più contenute.

Previdenza e calcoli Inps: rivedere il sistema contributivo

Altro elemento importante sul quale intervenire è il cosiddetto ricalcolo contributivo della pensione erogata, che rischia nel prossimo futuro di garantire un assegno troppo basso a chi si trova in situazioni lavorative difficili. I sindacati chiedono di prevedere degli adeguamenti ai trattamenti per le situazioni di maggiore difficoltà, come quelle di chi è precario o ha potuto lavorare con discontinuità.

Si chiede in particolare di ripensare la questione della gestione separata e di prevedere nuove forme d'integrazione dei futuri trattamenti previdenziali. Infine, particolare attenzione viene suggerita anche per la situazione dirischio povertà a cui vanno incontro le contribuenti donne, che si trovano ad accumulare buchi contributivi per il lavoro di cura prestato in famiglia.

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