Il Senatore del Partito Democratico Francesco Scalia, inaspettatamente, attraverso un’interrogazione parlamentale al Ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, chiede l’assunzione degli abilitati TFA a tempo indeterminato attraverso un percorso parallelo a quello concorsuale. Lo stesso Senatore PD, prende atto di come in Italia la meritocrazia riguardi solo alcuni lavoratori. A pensarci bene, la proposta in questione sembrerebbe essere avanzata da un sindacalista o da un esponente grillino, invece, proviene da un senatore dello stesso partito politico che sta governando l’Italia.
La svoltadel Sen. Scalia, doppio canale con assunzione per scorrimento TFA
Il politico di Frosinone è da tempo molto noto ed attivo da quelle parti e lo è diventato, ancora di più, dopo aver avanzato tale proposta ritenuta, oramai, da tutti una cosa giusta e, per certi versi, sensata rispetto a tutto il confuso impianto normativo della Legge 107/2015. In poche parole, l’esponente politico laziale, in qualità di portavoce di un nutrito gruppo di senatori Dem, ha proposto la creazione di un doppio canale per l’assunzione a tempo indeterminato del personale già abilitato attraverso i Tirocini Formativi Attivi, nati e già operativi a partire dal 2010. L’assunzione dovrebbe avere senso, in quanto gli insegnanti, abilitati attraverso tali percorsi di formazione, possono essere equiparati ai candidati che hanno già affrontato una serie di esami paragonabili alle prove e alle fasi concorsuali.
Nei precedenti concorsi i vincitori entravano in classe per la prima volta senza nessuna esperienza.
Secondo Scalia questa importante alternativa (l’assunzione dallo scorrimento delle liste TFA) dovrebbe concretizzarsi anche in considerazione del fatto che già, in tempi non sospetti, molti insegnanti hanno dovuto sottoporsi a lunghe prove impegnative ed estenuanti e che le stesse prove possono considerarsi alla stregua di quelle previste per il prossimo concorso.
Tutto il percorso che tali docenti hanno dovuto sostenere (anche dal punto di vista economico), aveva come conseguenza l’abilitazione all’insegnamento con l’ulteriore dato riguardante, persino, lo svolgimento della delicatissima fase del tirocinio. Lo stesso, per esempio, che è mancato per quei candidati vincitori dei precedenti concorsi.
In quelle occasioni, infatti, ci sono stati molti giovani vincitori, i quali, pur possedendo buone capacità nozionistiche, di fatto, si accingevano per la prima volta e senza nessuna esperienza ad entrare in un’aula didattica.
Insomma, la regola del ‘difetto’ di sempre si trasforma, improvvisamente, in un estremo ‘eccesso’ dei nostri giorni. A farne le spese, purtroppo, sono sempre gli stessi lavoratori della Scuola, i quali devono assistere al cambio delle regole durante la partita in corso. Questa volta la vittoria o la sconfitta diventa una questione estremamente importante per molti futuri lavoratori della scuola. Per tale motivo, lodiamo l’iniziativa di un uomo politico che, per la prima volta, ripone la propria bandiera di partito per riconoscere ed assicurare i diritti negati a chi ha già svolto il proprio dovere ed è pronto ad entrare in classe per insegnare la propria disciplina, dopo tanti sacrifici e avversità.