Tra le tante ipotesi formulate in questi giorni sulla flessibilità previdenziale, una in particolare sembra circolare tra i tecnici alla ricerca della quadra sui conti. È quella della cosiddetta "soluzione creativa", che avrebbe il pregio di riuscire ad accontentare tutte le parti in causa pur con il difetto di dover mettere il proprio Tfr a garanzia della quiescenza. Si tratta del cosiddetto prepensionamento tramite prestito bancario, un meccanismo cheprevede di anticipare all'Inps i contributi previdenziali mancanti rispetto alla futura data di pensionamento per mezzo di un prestito realizzato tramite il sistema bancario (grazie ad un'apposita convenzione siglata con l'Abi).
La differenza per i conti pubblici rispetto alle altre ipotesi circolate sarebbe però di grande rilevanza, perché l'anticipo non verrebbe contabilizzato tra i costi dello Stato. Mentre il lavoratore potrebbe ottenere immediatamente l'accesso all'Inps, con la prospettiva di vedere una riduzione dell'assegno comunque limitata nel tempo (cioè fino al rimborso dell'anticipo bancario). Ma vediamo i dettagli su come potrebbe funzionare questa ipotesi.
Riforma pensioni e anticipo bancario: vantaggi e svantaggi del meccanismo di flessibilità
Stante la situazione, è chiaro innanzitutto che in un simile modello l'iniziativa non potrebbe comunque essere lasciatatotalmentenelle mani del mercato. Lo Stato dovrebbe intervenire tramite agevolazioni di welfare e basandosi sulla leva fiscale, soprattutto nel caso dei lavoratori con reddito contenuto e degli assegni previdenziali più bassi.
Vi è poi il discorso di chi non ha accumulato un TFR sufficiente a coprire la garanzia del prestito contributivo (ad esempio nel caso di anticipazioni o di una carriera lavorativa discontinua, oppure perché rimasto disoccupato in età avanzata). Per tutti questi scenari, è ipotizzabile che lo Stato debba costituire un fondo di garanzia a tutela dei soggetti più deboli, che altrimenti potrebbero non riuscire a fruire dell'agevolazione.
Ma l'ipotesi è comunque aperta e resta un chiaro piano B nel caso in cui non dovesse risultare possibile reperire le risorse per avviare gli altri piani di prepensionamento totalmente a carico dell'Inps (con stime di costo attorno ai 5 - 7 miliardi), come quelli già depositati presso la Commissione lavoro della Camera. Non a caso, l'On.
Damiano ha commentato le nuove ipotesidicendosi "aperto alle diverse proposte", purché si avvii la flessibilità previdenziale nel 2016. Per capire come andrà davvero a finire, bisognerà attendere la nuova legge di stabilità, ma l'apertura delle discussioni rappresentacomunque un importante segno di discontinuità rispetto al recente passato.
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