Il dibattito politico sulla riforma pensioni 2016 è ancora dominato da quelle che sono state stigmatizzate come promesse elettorali da parte del premier Matteo Renzi: l'idea di prevedere un bonus di 80 euro per le Pensioni minime non è piaciuto né ai membri del governo (si pensi a Nannicini che ne ha rinviato la discussione a fine legislatura) né alla Camusso che ha chiesto a gran voce una soluzione strutturale e non un intervento parziale. Nel frattempo, giunge una proposta da parte della UIL, la quale, durante un'intervista rilasciata da Guglielmo Loy al sito IlSussidiario, ha sottolineato essenzialmente due punti: il primo è che nessuna riforma delle pensioni può essere a costo zero perché si rivendica l'idea che sia giusta una redistribuzione dei redditi in chiave previdenziale; il secondo è che è possibile pensare forme di uscita dal lavoro differenti da tutte quelle promesse fino ad oggi.
Infine, si segnala un intervento della Cgia di Mestre che, dati alla mano, mostra come la spesa previdenziale ed assistenziale sia cresciuta invece di diminuire – cosa che allontanerebbe ancora di più la possibilità di una riforma pensionistica.
La proposta della Uil: ultime news riforma pensioni oggi 10 aprile
Durante l'intervista il segretario confederale della UIL, Guglielmo Loy, ha sottolineato alcuni punti particolarmente importanti per quanto riguarda la futura riforma delle pensioni. Innanzitutto, ha sottolineato come il governo Renzi dovrebbe aprire di nuovo alla dialettica con i sindacati: la linea seguita dall'esecutivo è stata di non chiedere incontri con le associazioni sindacali e questo non può che portare a nuove mobilitazioni in futuro.
Un altro punto decisivo che sottolinea Loy è quello della necessità di pensare interventi che, in una certa misura, pesino sulle casse dello Stato, in quanto deve essere la spesa pubblica a stemperare i rigori di una legge di riforma pensionistica che ha creato disparità e iniquità sociali, infine, lancia la sua proposta di 'pensionamento dolce': si tratterebbe di immaginare interventi all'interno dei quali, attraverso accordi tra lavoratori e datori di lavoro e con il sostegno finanziario dello Stato, si possa permettere l'uscita anticipata per i lavoratori ultrasessantenni, in maniera dolce e graduale.
Nessuna penalizzazione o ricetta uguale per tutti, ma lavorare attraverso accordi: la conseguenza fondamentale sarebbe quella di permettere nuovamente il turnover generazionale.
I dati allarmanti della Cgia di Mestre: ultime news riforma pensioni oggi 10 aprile
Nel dibattito sulla riforma delle pensioni per il 2016arrivano anche i dati della Cgia di Mestre, i quali raccontano lo stato della spesa pubblica in Italia: essa sarebbe in generale in crescita, anche se la maggior parte delle voci sarebbe in calo.
Il motivo riguarda proprio la spesa previdenziale ed assistenziale, la quale sarebbe salita di circa 6,1 miliardi di euro; secondo l'Ufficio Studi di Mestre, la motivazione sarebbe duplice: da un lato è indubbio il fattore demografico che ha portato ad un allungamento sostanziale della speranza di vita, dall'altro, però, si sottolinea come questi dati vadano letti nel lungo periodo, negli ultimi quarant'anni si sarebbero privilegiati gli anziani (cioè il passato) a danno dei giovani (cioè il futuro). Dati di questo tipo impattano sul dibattito per la riforma delle pensioni: un intervento strutturale che favorisca l'uscita anticipata sembra divenire sempre più difficile da realizzare. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.