Secondo Filippo Taddei, responsabile del settore economico del Partito Democratico, il mondo del lavoro sta subendo e subirà un'evoluzione senza precedenti, a tal punto che non sarà più pensabile aspirare al mitico posto fisso, tanto caro al nostro Checco Zalone. Il suo ultimo film (Quo Vado) ne è, in sostanza, il vessillo e l’ultimo baluardo di quello che nell'immaginario collettivo sembrava per tutti la prima aspirazione assoluta per chi si affacciava nel mondo del lavoro.
Oggi, per chi vede il proprio lavoro come l'unico modo per sfamare, per sempre, la propria famiglia si sbaglia di grosso. Secondo lo stesso esponente politico del governo Renzi, ci si dovrebbe arrendere a questo nuovo stato di perenne precariato e rassegnarsi definitivamente a questa desolante prospettiva.
La politica non dovrebbe risolvere i problemi? Invece si limita a constatarli
Davvero un bel messaggio di speranza e ben augurante per le future generazioni, pronte a sostituire gli attuali lavoratori. Quello che fa più discutere e che lascia tutti perplessi sta nel fatto che queste dichiarazioni provengono da un rappresentante della Politica, il quale avrebbe il dovere (in qualità di delegato del popolo) di trovare una soluzione concreta a questa sconfortante situazione.
Invece, ci si appresta a mettere tutti in guardia di come, al più presto, la situazione peggiorerà rispetto a quella attuale. Al peggio non c’è proprio fine, direbbe qualcuno. Eppure, dovremmo abituarci. Il popolo dei lavoratori si aspetta dalla politica soluzioni e alternative, invece, si ricevono ogni giorno notizie sempre più scoraggianti e disastrose.
Insomma, quella aspirazione (il posto fisso) rimarrà, nel mondo della scuola in particolare, solo un lontano ricordo per tutti quei giovani insegnanti che si apprestano a diventare tali. Anche per quanto concerne il loro percorso formativo, questo sarà più lungo di quello attuale e molto più articolato (non sono bastati già tutti gli insegnanti ultra quarantenni immessi in ruolo con la Legge 107/15).
Per il PD i precari dovrebbero forse entrare di ruolo a 60 anni?
Questioni annose: aumento delle 18 ore settimanali e posticipazione dell'età pensionabile
Il politico Dem continua, spiegando come i tempi di formazione di un insegnante saranno più lunghi e, come se non bastasse, persino più costosi. Questo per rendere necessario l'accrescimento di quegli aspetti strettamente legati all'attività professionale e alla didattica che ne è parte integrante e fondamentale. Alcune dichiarazioni, poi, iniziano a far trapelare anche un aspetto molto delicato e aberrante per quasi tutta la totalità degli insegnanti: l'aumento delle 18 ore settimanali.
A tal proposito lo stesso Filippo Taddei dichiara: «Dobbiamo abituare la gente che l’istruzione sarà molto più lunga e costosa.
Le assunzioni a tempo indeterminato molte di meno, i tempi di lavoro più lunghi, i pensionamenti verranno posticipati». Secondo lo stesso Taddei, quindi, l’allungamento dei tempi per andare in pensione saranno un valido strumento per risolvere i malanni del deprecabile e insensato welfare italiano. Lo stesso responsabile economico del PD dichiara, infine, che il suo partito aumenterà la flessibilità in uscita e non solo quella in entrata. Staremo a vedere.