È arrivato in commissione finanze del Senato un DDL che vorrebbe rivoluzionare tutte le misure attualmente in vigore sul tema del sostegno alle famiglie. Si tratta di un DDL firmato da 50 senatori del Gruppo Parlamentare del PD ed adesso si attendono le valutazioni del caso e la verifica della fattibilità. Si tratta dell’ennesima idea che oltre a dare ossigeno alle famiglie, servirebbe per rilanciare le nascite, sul cui calo negli ultimi tempi, anche il Ministro Lorenzin si dichiarò preoccupata a tal punto da paventare il raddoppiare del Bonus Bebè.

Il DDL di cui parliamo oggi invece si inserisce in un contesto decisamente diverso, allargato a macchia d’olio a gran parte delle famiglie e mira proprio a sostituire le altre misure di sostegno, prima fra tutte proprio il Bonus Bebè.

150 euro al mese fino a 18 anni e 100 fino a 26

Come dicevamo, 50 senatori del PD hanno già depositato un DDL in Senato, che prevede di erogare 150 euro a tutte le famiglie con un figlio a carico fino a 18 anni. Anzi, la proposta prevede che, se il figlio rimanesse a carico anche oltre la maggiore età, fino al compimento dei 26 anni, il bonus sarebbe erogato lo stesso ma con taglio da 100 euro al mese. In definitiva, per le famiglie con un figlio a carico, il progetto erogherebbe 1.800 euro all’anno, cifra che salirebbe a 5 mila in presenza di ulteriori figli oltre il primo.

I limiti di reddito utili a percepire questo eventuale bonus è di 50mila euro di ISEE. In questo modo, l’intervento oltre ad agevolare disagiati ed indigenti, coprirebbe una vasta area, quella del ceto medio e addirittura medio-alto se come sembra, il bonus verrebbe erogato in misura minore fino ai 70mila euro di ISEE.

La fattibilità però è tutta da dimostrare

La proposta può sicuramente piacere, ma ci sono delle perplessità evidenti dal punto di vista dei costi. Per i promotori della proposta oltre che rilanciare la natalità ormai ai minimi storici ed aiutare le famiglie dal punto di vista economico, servirebbe come semplificazione delle misure in vigore oggi.

Infatti l’inserimento nel palinsesto assistenziale nostrano di questo bonus, porterebbe alla cancellazione di altre misure come il le detrazioni per i familiari a carico (in questo caso i figli, non quella del coniuge) ed anche il Bonus Bebè e suoi simili. In pratica si riunirebbero in un unico contenitore, in un unico bonus tutte le agevolazioni alle famiglie che sono previste oggi.

Diventerebbe quindi un assegno universale che non andrebbe solo alle famiglie di basso reddito, ma sarebbe facilmente fruibile da una moltitudine di nuclei familiari. Dal punto di vista finanziario, il provvedimento sarebbe utile ad abbassare il costo del figlio ben oltre i 3 anni per come sono impostate le agevolazioni oggi.

Infatti, oltre al Bonus Bebè erogato proprio fino al terzo compleanno del figlio, anche le detrazioni sono in misura agevolata per i minori di anni 3 rispetto a figli più grandi. Per le casse dello stato però, nonostante quanto si risparmierebbe per l’abrogazione del Bonus Bebè e per la modifica delle detrazioni per familiari a carico, l’uscita calcolata ammonterebbe a quasi 25 miliardi di euro. Troppo per lo stato di salute attuale delle finanze pubbliche, il che la dice lunga sulla fattibilità di questa ennesima proposta.