Novità interessanti per i lavoratori precoci dopo che il Governo ha espresso le intenzioni di rimettere manoalla riforma Pensioni. Anche i lavoratori precoci, infatti, potrebbero salire sul treno della revisione della famigerata Legge Fornero che, con delle norme penalizzanti, ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori e pensionati.
Governo concentrato sull'Ape
Come annunciato più volte, l'esecutivo resta concentrato sull'Ape, il cosiddetto anticipo pensionistico volto a cambiare alcune norme rigide introdotte dall'ex ministro del lavoro Elsa Fornero.
Anticipo di tre anni dell'età pensionabile, misure a favore delle banche e delle assicurazioni e penalizzazioni degli assegni in base al reddito pensionistico; sono questi i punti-chiave della proposta che al momento è al vaglio del Governo.
Restano ancora fuori, però, i lavoratori precoci che, nonostante abbiano iniziato a versare i contributi sin dalla giovane età non hanno ancora avuto la possibilità di usufruire del trattamento previdenziale. Si tratta dei nati tra il 1951 e il 1953 per i quali resta ancora appetibile l'uscita con Quota 41, ovvero dopo il raggiungimento di almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne senza andare in contro a nessuna penalizzazione.
A ribadirlo è stato il dirigente della Cgil Vera Lamonica ricordando la necessità di togliere il paletto riguardante l'ulteriore aumento dell'età pensionabile dovuto all'aspettativa di vita visto che potrebbe incrementare ancora di più l'anzianità contributiva e penalizzare ulteriormente questa categoria di lavoratori.
Damiano: 'vogliamo risposte concrete'
Ad intervenire, anche il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che torna ad incalzare il Governo affinché si dia una risposta concreta sul tema della flessibilità in uscita: "vogliamo vedere qual'è la proposta concreta dell'esecutivo visto che per il momento è oggetto solo di interviste e di comunicati di natura giornalistica", ha detto. Si torna a parlare dei lavoratori precoci lasciando ancora una speranza per questa categoria ma un intervento in merito potrebbe essere incluso nella prossima legge di stabilità.