Torna a riaccendersi il dibattito sulla previdenza dopo che nella giornata di ieri il Premier Matteo Renzi ha aperto nuovamente alla possibilità di una riforma del settore durante la propria diretta #Matteorisponde sui social network. Il Presidente del Consiglio ha confermato le aperture del Sottosegretario Nannicini annunciandol'intenzione di avviarela flessibilità previdenziale con la legge di stabilità 2017, che sarà approvata in Parlamento alla fine dell'anno in corso. La misura si chiamerà APE e permetterà di uscire dal lavoro senza doversi attenere agli attuali criteri di pensionamento previsti con la manovra Fornero del 2011.

"Si potrà anticipare, con una decurtazione economica, l'ingresso in pensione", ma "solo per un periodo di tempo" spiega il Premier, sottolineando che sul punto "stiamo lavorando con i sindacati, i datori di lavoro, l'Unione Europea". Secondo le rilevazioni tecniche, saranno in particolare i nati attorno al 1951 - 1953 a beneficiarne maggiormente, considerando che sono proprio loro ad aver subito le maggiori penalizzazioni.

Riforma pensioni e flessibilità: l'età di uscita dal lavoro è troppo alta

Stante la situazione, Renzi ha anche offerto unamotivazione alla base della decisione di riaprire il cantiere previdenziale, spiegando che "l'età pensionabile oggi mi pare troppo alta", anche se va considerato l'impatto che ha avuto la crescita dell'aspettativa di vita.

Resta il fatto che per ammissione dello stesso Premier, nel passato era possibile uscire dal lavoro con 39 anni oppure con 15 anni, sei mesi e un giorno. La differenza rispetto a quanto avviene oggi è quindi molto elevata, tanto che è ritenuto giusto intervenire per effettuare dei correttivi ed accorciare il gap. Ma quello sulle Pensioni sembra solo uno dei numerosi passaggi di riforma che il Governo ha in mente di attuare, a partire da quanto già realizzato con il bonus da 80 euro e da quanto ci si propone di fare prossimamente, attraverso un intervento di riduzione delle fasce d'aliquota Irpef.

Pensioni: dalla Camera si insiste su Quota 97 e uscita con 41 anni per i precoci

Nel frattempo continua la dialettica politica sulla flessibilità previdenziale, visto che sempre nel pomeriggio di ieri sono arrivate nuove dichiarazioni dalla Commissione lavoro alla Camera. Durante una conferenza stampa, gli On. Damiano e Gnecchi hanno ricordato l'avvio di una petizione popolare(disponibile presso l'indirizzo web progressi.org/pensioni) per sostenere la proposta di legge 857 depositata alla Camera nel 2013 e comprendente la pensione anticipata con la quota 97 e l'uscita con 41 anni di versamenti per i lavoratori precoci.

Alle 14.00 di ieri la petizione aveva già superato le 10000 firme. "Un risultato popolare, perché questo è un argomento popolare" ha spiegato il Presidente della Commissione Damiano, sottolineando l'importanza del coinvolgimento dimostrato dai cittadini: "crediamo che i nuovi canali di partecipazione siano molto, molto importanti".

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