Arrivano novità importanti per le Pensioni dei lavoratori precoci in relazione alle ultime dichiarazioni di Cesare Damiano, che ha sottolineato un importante aspetto, non da tutti segnalato con la giusta attenzione forse. Per il presidente della commissione Lavoro alla Camera, la flessibilità si farà, anche perché una marcia indietro del governo adesso sarebbe particolarmente deleteria per lo stesso Pd, in vista non soltanto delle elezioni amministrative di giugno ma anche per il referendum costituzionale che si voterà in autunno.

Scatto finale per la riforma

Sebbene non abbia fatto esplicito riferimento alle pensioni dei lavoratori precoci, di recente Damiano ha fatto notare come Nannicini, sottosegretario di Palazzo Chigi, abbia chiarito che l'intervento sulla flessibilità non riguarderà unicamente i lavoratori nati tra il '51 e il '53, sottolineando come quella del governo sarà una riforma strutturale. Con queste parole Damiano ha voluto rassicurare tutte quelle persone che si sono sentite escluse dalle prossime modifiche della legge Fornero, tra cui appunto gli stessi precoci.

Nelle parole di Damiano è inoltre importante indicare il passaggio dell'impossibilità, da parte del governo, di tornare indietro. Non è più possibile, secondo l'esponente dem, fare un passo indietro rispetto a quanto detto.

Ciò significa che la flessibilità si farà nel 2016 ed entrerà in vigore a partire dal prossimo anno. Un passaggio fondamentale, per Damiano, visto che un intervento del governo era atteso da diversi mesi. Secondo il parlamentare Pd non si dovrebbe dunque ripetere una situazione come quella che aveva visto Renzi lo scorso anno rimandare la discussione sulle pensioni a data da destinarsi a poche settimane dalla legge di Stabilità.

Sempre Cesare Damiano ha chiesto dunque lo scatto finale per quella che si preannuncia essere un'importantissima riforma, tra le più attese dal governo Renzi. L'ex ministro del Lavoro ha invitato l'esecutivo ad aprire un confronto con il parlamento e i sindacati, in modo da poter definire, così ha detto Damiano, i passaggi attraverso cui apportare le modifiche all'attuale sistema pensionistico italiano.

Vale la pena ricordare che gli stessi sindacati non hanno di certo avuto parole al miele verso il governo in relazione al tema delle pensioni, chiedendo all'esecutivo di pensare agli esodati, a quota 41 e alle lavoratrice donne. La piattaforma dei sindacati è nota da tempo e, qualora le parole di Damiano fossero accolte, nel confronto tra governo, parlamento e sigle sindacali non potrà essere evitato l'argomento sulla quota 41.

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