Le ultime notizie al 25 maggio sulle Pensioni precoci giungono dalle ultime dichiarazioni di Enrico Morando, viceministro dell'Economia, e da Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro. Entrambi concordano sul fatto che lievi modifiche sulla Riforma pensioni possano anche essere fatte, ma che non possano e non debbano essere investite ingenti risorse perché questo danneggerebbe i giovani. Ok dunque alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, ma senza che questo implichi una destinazione di risorse enormi perché la priorità, fa presente Morando, deve essere quella di "fare ripartire l'economia".

La quota 41, sponsorizzata invece da Damiano nel suo Ddl 857, riuscirà quindi mai a vedere la luce visto che la petizione ha quasi raggiunto le 30.000 firme richieste? Per Poletti i precoci non sembrerebbero ancora essere la priorità del Governo, egli pare, infatti, sposare il pensiero più volte annunciato di Enrico Zanetti, se lo Stato deve destinare dei soldi per la riforma pensioni in primo luogo, dice Poletti, deve metterli per chi è senza reddito, non per chi ha un lavoro e potrebbe arrivare alla pensione con le proprie forze.

Pensioni precoci, Fornero: non si vada contro i giovani

Elsa Fornero intervistata da Floris nella puntata di Martedì sulla riforma pensioni, dice che è sensato pensare ad alcuni interventi come per le classi 52-54 e per i lavoratori precoci, ossia fare dei ragionamentia partire dalle situazioni più difficili, però sarebbe un'operazione contraria all'interesse delle giovani generazioni, tornare indietro alle regole generali del sistema pensionistico.

Dunque la Fornero difende la propria legge pur essendo conscia di alcuni limiti ed essendo aperta a piccole modifiche, che potrebbero concernere i lavoratori che sono andati a lavorare in giovane età.

Secondo Elsa Fornero bisognerebbe tagliare i privilegi e dare il buon esempio dall'altro, così facendo, forse, anche i pensionandi sarebbero disposti, dice,a subireuna leggera penalizzazione per anticipare l'uscita dal mondo del lavoro. Forte critica anche nei confronti delle baby pensioni, di un sistema passato che ha creato molte inuguaglianze, sarebbe importante, aggiunge convinta, unanozione su diritti acquisiti che non è coerente con equità.

Bisogna pensare ai giovani e ad offrire loro un lavoro sicuro, solo così gli si potrà assicurare una pensione un domani.

Morando su flessibilità: meglio investire sui giovani

Di parere analogo Enrico Morando, viceministro dell'economia, che sentito alla vigilia dell'incontro tra Governo e Sindacati, che al momento pare aver posto solo le basi per affrontare le tematiche concernenti pensioni e lavoro, si dice convinto che la flessibilità in uscita vada introdotta ma solo in un contesto di stabilità finanziaria. Ha poi aggiunto non si potranno impiegare ingenti risorse, perché l'obiettivo prioritario dovrà essere quello di creare nuovi posti di lavoro per i giovani. Il dubbio dei lavoratori precoci è che al termine dei tavoli di confronti l'unica soluzione che rimarrà in piedi, in linea con le spese sostenibili, possa essere l'APE, da loro fortemente rigettata.

Ci rivolgiamo dunque ai lavoratori precoci, alla luce delle ultime dichiarazioni, che percezione iniziate ad avere sulla volontà politica del Governo? Vi saranno misure ad hoc per chi ha già versato 41 anni di contributi o non se ne terrà conto e si farà, invece, una misura più generalizzata?

Eppure i lavoratori precoci di una cosa si dicono certi se fosse consentito loro di andare in pensione, vi sarebbe quel tanto atteso turnover generazionale che aiuterebbe i giovani ad entrare nel mercato del lavoro. Inutile ed ingiusto, dicono sul web confrontandosi, mettere le generazioni le une contro le altre.