Dopo il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, anche il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, torna ad intervenire sulla riforma Pensioni confermando che è possibile inserire nuovi elementi per l'uscita anticipata del lavoro e l'accesso al prepensionamento qualche anno prima dei requisiti anagrafici richiesti oggi la legge Fornero ma che occorre comunque fare molta attenzione ai conti pubblici ed evitare problemi con l'Europa.

Previdenza e flessibilità, nuovo intervento del ministro dell'Economia

"Ci sono margini per migliorare il sistema pensionistico - ha detto il ministro dell'Economa e delle Finanze -purché questo resti sostenibile.

I paletti restano quindi - ha sottolineato Pier Carlo Padoan intervenendo ieri sulla riforma pensioni - i conti pubblici e il via libera dell'Unione Europea". Quindi la formula Ape - l'Anticipo Pensionistico - annunciata dal premier è tutt'altro che definita. Anche l'intervento sull'Anticipo Pensionistico, dunque, è ancora tutto da verificare nella sua fattibilità nonostante le rassicurazioni del premier che punta ad inserirlo nella legge di Stabilità 2017, in ogni caso si tratta di un provvedimento che dovrà essere portato avanti rispettando l'equilibrio della finanza pubblica e le "raccomandazioni" dell'Ue sulla sostenibilità del sistema previdenziale.

Padoan: possibile l'Anticipo Pensionistico se sostenibile economicamente

Padoan ha ricordato che al momento il sistema previdenziale italiano è fra i più "stabili e sostenibili in Europa" ma che "sicuramente c'è spazio - ha spiegato intervenendo alla trasmissione Radio anch'io per considerare miglioramenti". Dal punto di vista finanziario, la legge Fornero è ancora una garanzia sul debito pubblico che rimane stabile al 132,7% e quest'anno non accenna a calare seppur sostenuto annualmente con centinaia di miliardi di euro.

Tuttavia il sistema italiano al momento è sostenibile e, come ha spiegato Padoan, non bisogna far perdere la fiducia all'Europa sulla sostenibilità economica e finanziaria del Paese che significa dunque anche sostenibilità del sistema previdenziale. Così come per le politiche messe in atto per ridurre le tasse, il titolare del Mef spiega che anche sul fronte della riforma pensioni la condizione preliminare rimane quindi quella dell'equilibrio dei conti pubblici.