La Buona Scuola renziana e del ministro Giannini sembra non voler proprio fare rima con le parole 'umanità e amore': sappiamo bene come la professione dell'insegnante non sia legata a freddi metodi didattici e alle valutazioni del merito che la legge 107, al contrario, avrebbe la pretesa di imporre. Tanto più che il caso che stiamo per esporvi riguarda il sostegno, materia ancor più strettamente delicata per quanto concerne il rapporto insegnante-alunno.

Ultime news scuola, mercoledì 18 maggio: il caso delle due bambine di Savona

La vicenda riguarda una Scuola dell'infanzia di Savona ed in particolar modo due bimbe affette da una grava sindrome neurodegenerativa che non permette loro, purtroppo, di camminare: il rapporto con la loro insegnante, però, è di quelli straordinari, un legame costruito grazie alla dedizione, alla professionalità ma soprattutto all'amore dimostrato giorno dopo giorno dall'educatrice.

Triste a dirsi, sarebbe arrivato il momento del distacco, visto che, dal prossimo anno, le due bambine frequenteranno la prima elementare: l'insegnante della materna ritiene che la separazione dalle piccole possa avere risvolti psicologici a dir poco traumatici, tanto più che la situazione familiare si è aggravata due mesi fa con la morte del papà delle bimbe, causata da una malattia.

L'insegnante: 'Voglio condurre questa battaglia, il ruolo del sostegno dev'essere dinamico'

Da qui nasce la richiesta della docente, sostenuta dalla famiglia delle due bambine e da alcuni colleghi, di poter seguire le due creature anche nella scuola primaria: 'E' una battaglia che voglio condurre non solo per le due mie alunne speciali - ha commentato la maestra - ma soprattutto perchè venga istituita al più presto una riforma del sostegno dove la scuola finalmente ponga al centro i bisogni dello studente: ci vuole elasticità soprattutto nel passaggio delicato dall'infanzia alla primaria, il docente di sostegno deve diventare una figura dinamica, al di là di quelli che possono essere i gradi scolastici'.

Una richiesta più che giustificata da parte dell'insegnante che, tra l'altro, ha seguito con le colleghe delle primarie lo stesso corso di formazione al sostegno presso l'Università di Genova.

Eppure, la legge, sotto questo aspetto, è un muro. Quello di Savona non è certamente l'unico caso: la Buona Scuola, quella vera, si appella all'umanità, al buon cuore, alla sensibilità e all'amore degli insegnanti.