"L'operazione andrà in contro a coloro che si sono visti aumentare all'improvviso l'età", lo ha specificato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che finalmente avrebbe preso una decisione in merito al delicato tema delle Pensioni. Intervenire sul sistema previdenziale è diventato ormai la massima priorità visto che, le vecchie norme pensionistiche hanno penalizzato migliaia di lavoratori che di anno in anno si sono visti aumentare ulteriormente l'età pensionabile.

Renzi dice sì alla flessibilità, ma si farà con la prossima manovra

Stando a quanto affermato dallo stesso Renzi, infatti, l'esecutivo potrebbe intervenire in occasione della prossima legge di stabilità ma avrebbe dato il pieno consenso nell'affrontare un tema così delicato.

"Ci sarà il coinvolgimento delle parti sociali, dei datori di lavoro e dell'Unione Europea", ha specificato il Premier. Dopo le numerose proposte giunte sui tavoli di Palazzo Chigi che, tuttora non hanno ricevuto nessun riscontro, il Governo è pronto a riaprire il tema sulla previdenza concentrandosi su un nuovo meccanismo che potrebbe garantire una maggiore flessibilità in uscita.

Si tratta dell'Ape, il nuovo sistema su cui sta lavorando il sottosegretario Tommaso Nannicini che, stando alle previsioni darebbe la possibilità di anticipare l'uscita agli over 63andando però in contro ad una decurtazione nell'assegno pensionistico. Tale intervento, infatti, sembrerebbe diretto a tutti quei lavoratori a cui mancano non più di tre anni per la pensione di vecchiaia che, dovrebbero accettare una decurtazione pari al 3% per ogni anno di anticipo.

E non poteva mancare la misura riguardante i lavoratori precoci ai quali verrebbe data la possibilità di lasciare anticipatamente il lavoro a partire dai 62-63 anni senza nessuna penalizzazione.

Prestito pensionistico, d'accordo anche Damiano

Stando alle indiscrezioni, tra i piani dell'esecutivo ci sarebbe anche l'ipotesi del famigerato prestito pensionistico ipotizzato tempo fa dall'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini che prevede la possibilità di una sorta di prestito erogato dallo Stato a favore del lavoratore che intende lasciare anticipatamente il lavoro, da restituire nel momento in cui venga percepita pensione piena.

A tale idea, sembra d'accordo anche il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che da anni conduce la sua battaglia per la flessibilità: "Pensiamo però che la miura debba riguardare tutti e diventare strutturale", ha concluso.