Domani 14 giugno si terrà l'incontro tra sindacati e governo per quanto riguarda il piano di riforma pensioni 2016/2017: le ultime news di oggi 13 giugno segnalano interventi importanti che sembrano anticipare quello che potrebbe essere il dibattito di domani. Innanzitutto, a intervenire è stato Giuliano Cazzola, strenuo difensore della riforma Pensioni Fornero, il quale, però, un po' inaspettatamente ha criticato profondamente le caratteristiche dell'APE; anche Cesare Damiano ha voluto farsi sentire e ha ribadito che le penalizzazioni per l'uscita anticipata non dovrebbero essere maggiori al 2% annuo.
Nel frattempo, però, il premier Matteo Renzi sembra aver deciso che l'intervento maggiore sul fronte pensionistico deve essere quello riguardante il bonus di 80 euro per le pensioni minime: si tratta di una mossa che costa circa 2,7 miliardi di euro e l'esecutivo è alla ricerca dei soldi per poter portare avanti tale provvedimento. Su quest'ultimo punto non sono mancate le critiche.
Cazzola, Damiano e le penalizzazioni: ultime news riforma pensioni oggi 13 giugno
Le ultime news di oggi 13 giugno sulla riforma pensioni 2016/2017 segnalano un intervento piuttosto importante di Giuliano Cazzola, noto soprattutto per la sua presenza costante a DiMartedì, dove gioca il ruolo del 'difensore' della legge Fornero.
La sua posizione sull'APE è fortemente critica soprattutto per quanto riguarda le penalizzazioni: se il sistema pensato dal governo si basa sull'idea di un prestito pensionistico, perché l'assegno, oltre ad avere la penalizzazione dovuta alla necessità di risarcire il 'debito', ne dovrebbe presentare anche altre e piuttosto consistenti?
Cazzola si chiede insomma il perché di una doppia penalizzazione, dal momento che l'intervento è quasi a costo zero per le casse dello Stato. Cesare Damiano, invece, fa un ragionamento differente: chiede al governo Renzi di limitare le penalizzazioni al 2% annuo massimo e di innalzare la possibilità di uscire anticipatamente a 4 anni invece dei 3 previsti dall'APE.
Si tratterebbe, insomma, di creare un 'mix' tra la propria proposta e quella del governo.
Renzi e gli 80 euro: ultime news riforma pensioni oggi 13 giugno
Come sottolineato dal Corriere della Sera, il premier Matteo Renzi dovrebbe trovare circa 18 miliardi di euro per portare avanti tutte le sue proposte: soltanto la riforma pensioni, che porterebbe al bonus di 80 euro per gli assegni minimi, costerebbe circa 2,7 miliardi di euro. L'ammontare più consistente, comunque, sono gli 11 miliardi di euro che servono per portare il deficit all'1,8%. Il problema resta che il premier Renzi è alle prese con una lunghissima campagna elettorale per il referendum di ottobre: se le amministrative 2016 hanno sancito una sconfitta per il PD, il Presidente del Consiglio è deciso a vincere la battaglia referendaria sulla riforma costituzionale.
In questo senso, si possono leggere alcuni interventi come il bonus di 80 euro per le pensioni minime: si tratterebbe, infatti, di una manovra per accrescere il consenso, ma decisamente salata per le casse dello Stato. L'APE, infatti, vera riforma delle pensioni 2016/2017, se rimanesse come è stata immaginata in questo momento, costerebbe appena 600/700 milioni di euro, mentre il grosso della spesa andrebbe per il bonus. Si tratta di scelte che andranno fatte nei prossimi tempi ed il timore è che a guidarle siano esigenze elettorali. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.