E' notizia di questi giorni la possibile introduzione dell'Anticipo Pensionistico (APE) nella prossima Legge di Stabilità, un provvedimento che potrebbe essere il punto focale della riforma delle Pensioni, in discussione in questi giorni negli ambienti parlamentari. Rimane, invece, ancora aperta la questione relativa ai lavoratori precoci. Al momento, infatti, la riforma pensionistica non prevede nessuna misura particolare a favore di questa categoria di lavoratori.
Per sbloccare quest'aspetto fondamentale, continuano gli incontri tra sindacati e rappresentanti del Governo Renzi. Le parti sociali stanno cercando di sensibilizzare l'esecutivo su questo tema.
Per Damiano è auspicabile una soluzione per i precoci
Cosa sarà della cosiddetta Quota 41? Su questo aspetto è intervenuto Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, convinto che si troverà una soluzione per i lavoratori precoci. Ricordiamo che questa categoria di persone ha iniziato a lavorare in giovane età e, nonostante questo, è costretta ad oggi ad andare in pensione non prima dei 42 anni di contributi.
Se dovesse essere approvata la Quota 41, molti lavoratori potranno andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi senza alcuna penalizzazione, indipendentemente dall'età anagrafica. Nel frattempo, Cesare Damiano ha commentato le dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, che evidenzia l'impegno del Governo Renzi a limitare le penalizzazioni per le categorie più deboli, in caso di approvazione dell'Anticipo Pensionistico (APE).
Possibile applicazione dell'Anticipo Pensionistico
Proprio Damiano è convinto che gli stessi lavoratori precoci rientrano tra le categorie da tutelare. 'Le fasce più deboli sono formate da disoccupati di lungo periodo ma anche i precoci che hanno raggiunto i 41 anni di contribuzione oltre agli invalidi e agli addetti ai lavori usuranti', ha chiosato Damiano.
Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera è convinto che la soluzione migliore sia quella di arrivare fino a 4 anni di anticipo rispetto agli attuali limiti temporali. Non ci resta che aspettare i prossimi giorni per capire come il governo Renzi deciderà di affrontare il difficile nodo della riforma delle pensioni.