In merito al vergognoso ritardo nella pubblicazione degli esiti della mobilità riguardanti i docenti della scuola dell'infanzia e della primaria, i sindacati hanno deciso congiuntamente di 'occupare' il Miur, ovvero di non lasciare Viale Trastevere sino a quando non saranno pubblicati tutti i movimenti relativi agli insegnanti della Scuola primaria (nuova data indicata, quella di domani 29 luglio).

A questo proposito, Tecnica della Scuola ha intervistato il segretario nazionale dell'Unicobas, Stefano d'Errico.

Ultime news scuola, giovedì 28 luglio: mobilità infanzia e primaria, Miur 'occupato' dai sindacati

Il leader del sindacato di base ha dichiarato di condividere la decisione presa dai sindacati, soprattutto perchè i sindacati hanno il dovere di difendere i lavoratori e, anche in questo caso, devono prendere posizione. Anche perchè c'è una cosa che il Miur sembra non aver capito troppo bene: i trasferimenti di decine di migliaia di docenti avranno importanti conseguenze sul piano logistico e familiare oltre che su quello professionale.Unicobas, quindi, per una volta d'accordo con Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal ma D'Errico sottolinea come sia necessario che le sigle confederali assumano una posizione 'netta' anche di fronte agli accordi presi, come quello sulla mobilità.

Mobilità e chiamata diretta: D'Errico, Unicobas 'Bene, ma ora devono stracciare gli accordi'

Da una parte, infatti, è stato scongiurato il pericolo per i docenti assunti fino al 2014 di finire negli ambiti territoriali ma dall'altra si è anche permesso di andare oltre la legge 107: il segretario Unicobas ha citato una 'vergogna passata in sordina', quella di permettere ai dirigenti scolastici di poter mettere sul potenziamento un docente con trenta o quarant'anni di anzianità.'Quei sindacati ora possono ritirare la loro sottoscrizione' ha affermato D'Errico: serve una posizione netta, a 360 gradi, perchè i trasferimenti sono stati gestiti male, con errori e disfunzioni informatiche: in più, collaborando con il Miur, i sindacati confederali hanno prodotto una normativa, come quella riguardante la chiamata diretta, che fa tornare indietro la scuola pubblica italiana di oltre mezzo secolo.