La settimana che ha segnato il ritorno del dibattito sulla riforma della previdenza è stata agitata dall’incontro Renzi-Merkel, con la cancelliera tedesca ad essere stata molto chiara. Di flessibilità negli accordi presi c’è né già molta, ‘bisogna sapere usare con saggezza la forbice’. Il meeting insomma ha avuto un bottino più che ‘magro’ per usare l’espressione adottata da Cesare Damiano, con Renzi che pare comunque deciso (almeno questa volta) a portare avanti una riforma che si dovrà dipanare lungo diverse direttrici. Lo scalino si sa lo ha determinato la riforma Fornero: la prima pezza l’ha messa lo strumento delle salvaguardie, che ha coinvolto quasi 173mila lavoratori, ma adesso c’è da partorire nuove idee.

La prima è l’APE, la seconda prevede di mandare in pensione chi ha iniziato a lavorare molto presto in un arco di tempo che non superi di troppo i 60 anni di età. Le ultime news sulle pensioni aggiornate ad oggi 26 agosto 2016 si concentrano in definitiva su precoci e salvaguardie ma anche sulle ricongiunzioni, che andranno riviste in considerazione della nuova situazione lavoristica verso la quale galoppa il nostro paese.

Pensioni, ultime notizie oggi 26 agosto 2016: fondamentale Renzi, ecco come funziona l’APE

‘L’algida Merkel non si è fatta commuovere dalle nostre argomentazioni. Il tutto è rimandato alla Commissione europea, il rischio che la battaglia per le risorse nella legge di Bilancio diventi incandescente esiste ed è concreto’: firmato Cesare Damiano, che ha così commentato l’incontro Renzi-Merkel avvenuto qualche giorno fa.

Le ultime notizie sulle pensioni di oggi 26 agosto ci ricordano in primis come la riforma Fornero abbia costretto i vari governi succedutisi dopo il 2011 a produrre delle salvaguardie: finora siamo arrivati a sette, con l’ottava (si vocifera) che dovrebbe essere autorizzata proprio nella prossima Legge di Stabilità. L’APE, l’assegno pensionisticoanticipato, risponde invece ad un’esigenza più profonda, fungendo da raccordo tra la pezza della salvaguardia e il voler far qualcosa di più.

Riguarderà tutti i lavoratori dipendenti: in sintesi, chi esce dal lavoro prima (fino a 3 anni e 7 mesi prima del requisito di vecchiaia) dovrà pagarsi la flessibilità con prestito erogato dalle banche. Il sacrificio al privato verrà chiesto per limitare l’impatto dello strumento sui conti pubblici: in linea teorica si potrebbe anche diminuire l’importo della pensione a chi anticipa, perché versa meno contributi e perché percepisce l’assegno per un periodo più lungo.

Riforma pensioni precoci: quota 41 obiettivo ideale, Renzi lavora anche alle ricongiunzioni

La riforma delle Pensioni 2016 riguarderà però anche altre due categorie di lavoratori: chi ha iniziato a lavorare molto presto, i precoci, e chi svolge invece attività usuranti. L’idea di Renzi è quella di consentire a queste persone di andare in pensione non troppo dopo i 60 anni, ma il come raggiungere il fine rimane un mistero. La quota 41 è l’obiettivo che accontenterebbe soprattutto i precoci, ma al momento nessuna ipotesi di realizzazione si è fatta strada. Il prossimo mese sarà decisivo perché ci traghetterà sino alla Legge di Stabilità. Considerati i percorsi professionali frammentati dei nostri tempi, l’Esecutivo Renzi potrebbe lavorare anche sulle ricongiunzioni.

L’ipotesi è quella di poter ricongiungere gratuitamente più spezzoni contributivi, il tutto per dare un peso sempre maggiore ai periodi lavoristici nei quali si sono versati contributi. I soldi che serviranno per realizzare tutto questo? Renzi ha parlato di un budget di 1,5 miliardi, ma c’è chi chiede almeno un miliardo in più. Staremo a vedere.