Potrebbe essere avviata attraverso un modello a doppia uscita l'attesa riforma della previdenza in discussione tra Governo e sindacati ed in approvazione entro il prossimo mese di settembre 2016. L'indiscrezione che sta circolando in queste ore nella rete presuppone di inserire all'interno della legge di stabilità 2017 le misure più urgenti, come ad esempio quelle dedicate all'anticipo pensionistico per i lavoratori in stato di disagio ed i precoci, oltre alle salvaguardie ed alle altre azioni di tutela in favore di chi è rimasto colpito dalla Manovra Fornero nel 2011.
Mentre le altre misuredi sostegno al welfare previdenziale, potrebbero essere inserite nei successivi provvedimenti durante la prima parte del prossimo anno. Ovviamente questa ipotesi aprirebbe ad una nuova discussione in merito sia ai tempi che alle coperture, visto che andrebbe definito un ordine di priorità rispetto a quelle che vengono percepite da lavoratori e pensionati come misure indispensabili. Vediamo insieme quali sono le motivazioni che potrebbero portare a questa scelta attraverso un'analisi delle cifre in discussione.
Riforma pensioni e anticipate: i costi per l'avvio dell'APE e la tutela dei lavoratori
Partiamo dal cosiddetto anticipo pensionistico, per il quale si prospetta un costo di circa mezzo miliardo di euro.
Il progetto prevede di consentire l'uscita a partire dai 63 anni di età, grazie ad un pacchetto di sgravi che dovrebbero crescere in relazione al disagio lavorativo vissuto e all'entità del futuro reddito dell'assegno. A questo si aggiungerebbero quindi 800-900 miliardi per le altre garanzie accessorie, come quelle dedicate ai lavoratori precoci tramite il c.d.
"bonus contributivo" (fino a sei mesi per ogni anno lavorativo prima dei 18 anni), agli usuranti, nonché alle ricongiunzioni onerose che attualmente bloccano al di fuori delle tutele previdenziali coloro che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua. Si tratta quindi di circa 1,5 miliardi di euro complessivi, una cifra che appare coerente rispetto alle previsioni di spesa del Governo ma deficitaria se messa a confronto con il costo dell'intera riforma del welfare previdenziale.
Pensioni 2016-17: quali misure nel prossimo anno?
Stante la situazione appena descritta, appare quindi logico che il doppio binario prevederebbe di far slittare al 2017 l'approvazione delle misure legate al welfare previdenziale. Si tratta di due provvedimenti che richiederebbero l'impiego di un altro miliardo di euro al fine di equiparare la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti e di estendere la 14ma mensilità in favore di chi percepisce assegni bassi. In quest'ultimo caso, sarebbe ancora da decidere se agire aumentando la platea dei beneficiari, l'importo dell'assegno o dando forma ad un mix delle due misure.
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