Rimandate a settembre tutte le decisioni in materia di Pensioni e Stabilità. Di fatto, la pausa estiva si protrarrà fino al 13 del mese prossimo, giorno in cui si riprenderà finalmente in mano la Riforma iniziando nel contempo a valutare la situazione risorse. Al centro del tavolo dei mesi avvenire sarà prevedibilmente la questione pensioni precoci, con l'annessa discussione sugli interventi attuabili a vantaggio della categoria.
A tal proposito, se il lavoro di Governo e rappresentanze sembrerebbe a oggi improntato verso l'introduzione di un meno oneroso bonus contributivo, i precoci continuano a chiedere incessantemente l'approvazione dell'opzione Quota 41.
La proposta avanzata da Cesare Damiano, già ministro del Lavoro nonché attuale presidente della Commissione Lavoro alla Camera, garantirebbe ai precoci l'accesso alla pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi.
Pensioni precoci, il piano del Governo
Come prevedibile, il pacchetto completo delle misure che andranno a confluire nella prossima riforma Pensioni vedrà la luce non prima dell'autunno.
Intanto, le ipotesi sui contenuti incalzano, e si parla già di una serie di bonus da destinare alle categorie più svantaggiate. In particolare, ai precoci sarebbe destinata una copertura contributiva tra i 4 e i 6 mesi totalmente gratuita, mentre gli addetti ai lavori usuranti potrebbero finalmente vedersi concessa l'opzione uscita anticipata. Parrebbe invece meno plausibile l'ipotesi Quota 41, specie per via dei costi elevati che deriverebbero da un suo eventuale inserimento nel piano Pensioni. La manovra del bonus graverebbe decisamente meno sulle casse dello Stato, tanto più se, come annunciato, si procederà a una revisione dei requisiti di appartenenza alla categoria. Perché la definizione "precoce" risulti appropriata, non sarà più sufficiente il mese sporadico di contributi versati durante l'età giovanile, ma gli "aspiranti" precoci dovranno aver dimostrato continuità nel periodo contributivo.
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