Le ultime novità sulle pensioni ad oggi 21 settembre ci rimandano, nuovamente, alla discussione sui lavoratori precoci e sull'anticipo pensionistico voluto dal governo, il cosiddetto Ape. Di ieri la notizia circa lo slittamento del tanto atteso confronto odierna tra l'esecutivo ed i sindacati, per discutere circa i provvedimenti da prendere per la riforma Pensioni del 2017, un incontro che slitta al prossimo martedì, giorno 27, data nella quale, però, è prevista anche la trasmissione della nota di aggiornamento del Def.

Pensioni, l'inquietudine dei lavoratori precoci e la certezza dell'Ape

Le ultime notizie sulle pensioni si riferiscono alla giornata tra virgolette campale di ieri, durante la quale è successo un po' di tutto. Inizialmente si credeva che fosse tutto pronto per il tavolo di confronto di oggi, con all'esame le possibili soluzioni per le pensioni dei precoci. Quindi ecco arrivare il rinvio. In tanti si sono domandati i motivi per il quale l'incontro è stato rinviato. Problemi tecnici dei sindacati da una parte, problemi tecnici del governo dall'altra, così Repubblica riassume lo scambio di opinioni da parte delle due rappresentazione.

Sta di fatto che a rimetterci sono ancora i lavoratori. Sarebbe stata una giornata molto importante quella odierna per capire le reali possibilità del vedere approvato il bonus contributivo per i lavoratori precoci, misura che permettere alle persone appartenenti alla categoria - soltanto quelle che però che hanno almeno un anno di contributi entro i 18 anni - di accedere alla pensione con un bonus dettato da quanti anni si è lavorato tra i 14 ed il raggiungimento della maggiore età.

Negli ultimi giorni, relativamente alla discussione del prepensionamento dei precoci, si è diffusa in rete anche una nuova proposta, secondo cui i lavoratori potrebbero ottenere un anno di sconto e andare così in pensione dopo aver maturato 41 anni e 10 mesi di contributi, che è la soglia, sottolineiamo, già esistente per le lavoratrici, che dunque si domandano quale sia l'utilità di tale proposta.

A preoccupare maggiormente i precoci, nelle ultime ore, sono però le reali motivazioni dietro il rinvio del confronto di oggi. Stando alla ricostruzione del quotidiano Repubblica, i sindacati punterebbero il dito contro il governo, con l'esecutivo che non avrebbe, in concreto, ancora nulla in mano, né un piano, dei numeri, delle proiezioni.

Le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil vorrebbero, dunque, confrontarsi di fronte a numeri reali, e non a semplici parole.

Dalle dichiarazioni di ieri del ministro Poletti appare comunque in dirittura d'arrivo la pensione anticipata a 63 anni di età mediante prestito ventennale. Come riporta Repubblica, un'ora prima del rinvio ufficiale dell'incontro, Giuliano Poletti avrebbe assicurato: "Siamo vicini a una condivisione sull'Ape". Sessanta minuti più tardi ecco arrivare il posticipo del confronto. Il costo dell'anticipo pensionistico dovrebbe aggirarsi, ricordiamo, intorno ai 500 milioni di euro.

Sempre per quanto riguarda l'introduzione della pensione anticipata, sottolineiamo come il prestito sarebbe da restituire in rate ventennali a partire dal raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi, il tetto anagrafico fissato per andare in quiescenza.

L'Ape, è stato confermato, potrà essere richiesto a tutti, sia statali che autonomi, mentre i precoci trovano, sostanzialmente, inutile la formula. Per aggiornamenti sulle prossime dichiarazioni dei protagonisti cliccate Segui in alto a destra.